Il nuovo concetto di Property Value, introdotto dal regolatore europeo con la CRR3 e ora divenuto cogente, sta ridefinendo le regole del gioco nella valutazione immobiliare. A Credito e Finanza 2025, Nicola Arcaini, Director Loan Services Business Line di Abaco Team (Gruppo Gabetti), analizza le implicazioni e le sfide poste da questo parametro, che richiede una visione di lungo termine mai affrontata prima. “Il Property Value è un valore che dovrebbe essere sostenibile per tutta la durata del finanziamento, quindi anche per 30 anni: un orizzonte molto ampio e ancora inesplorato per il settore”, spiega.
Il Property Value ha inizialmente spiazzato molti operatori, imponendo un cambiamento profondo nei modelli di calcolo. “Oggi stiamo cercando le metriche che consentano di dire, entro certi limiti, che un valore è sostenibile su un tempo lungo. E qui entrano in gioco fattori come la rendita fondiaria, che in Italia ha un peso rilevante, ma anche le componenti ESG, sempre più rilevanti per le nuove generazioni”.
Non mancano però le criticità, come il rischio di doppio conteggio di elementi già valutati o l’impatto dei rischi climatici, che richiedono attenzione soprattutto nel medio-lungo periodo. Nel frattempo, il settore si è attivato per definire metriche condivise e omogenee per evitare distorsioni di mercato. A questo proposito Arcaini ricorda il ruolo chiave dell’ABI, che ha sviluppato le prime linee guida sul tema, mentre ora sono partiti vari tavoli di lavoro dei diversi stakeholder.
“Il compito del soggetto pubblico sarà mettere a disposizione sempre più dati in modo che le metriche si appoggino su una base ampia, consistente e comune per tutti”, conclude Arcaini.