Un’entrata in vigore attesa, complessa, carica di incognite tecniche: il 9 ottobre 2025 segna una data cruciale per il mondo dei pagamenti. Da quel giorno, i bonifici istantanei sono diventati obbligatori per tutte le banche dell’area SEPA. Dopo aver portato la sua testimonianza alla plenaria di apertura del Salone dei Pagamenti 2025, Giancarlo Esposito, Managing Director e Head of Payments, Cash Management e Open Banking di Intesa Sanpaolo, racconta a Bancaforte come il gruppo ha affrontato questo passaggio epocale.
«È andata bene, anche meglio delle attese», esordisce. E non era scontato. «Il 9 ottobre è stata una concentrazione di eventi tecnologici quasi senza uguali: introduzione della verification of pay, nuovi limiti operativi, apertura di nuovi canali, riduzione dei tempi di esecuzione. Tutto in un’unica notte». Un “big bang” digitale, spiega Esposito, che ha messo alla prova la tenuta dei sistemi e la capacità di reazione delle strutture operative.
«Eravamo in assetto di guerra», racconta con un sorriso, «pronti a monitorare qualsiasi piccolo scricchiolio che potesse anticipare una criticità». Invece, tutto ha funzionato. «Il bilancio complessivo è assolutamente positivo, non solo per Intesa Sanpaolo ma per l’intero mercato».
Un risultato che premia mesi di preparazione, coordinamento e collaborazione tra banche, infrastrutture e operatori centrali.
Il passaggio ai bonifici istantanei, però, non riguarda solo la tecnologia. Ha effetti profondi anche sul comportamento dei clienti e sui rischi connessi. «Il numero delle operazioni è quasi raddoppiato in un anno e i volumi sono in forte crescita», osserva Esposito. «Questo significa che il rischio frode aumenta, perché si moltiplicano sia le transazioni sia le somme movimentate».
Non si parla solo di attacchi informatici: «Molte frodi non nascono da vulnerabilità tecnologiche, ma dalla manipolazione psicologica delle persone. Truffe d’investimento, impersonificazioni, acquisti fittizi: tutte dinamiche che agiscono sull’anello più debole della catena dei pagamenti, l’essere umano».
In questo contesto, la Verification of Payee (VoP) introdotta dalla normativa europea è un passo importante, ma non sufficiente. «È un tassello del sistema antifrode, non la panacea di tutti i mali», chiarisce Esposito. «Serve un approccio più ampio, che includa prevenzione, educazione e consapevolezza. I clienti devono sapere che quando si effettua un bonifico si trasferisce denaro reale, e che occorre fermarsi a riflettere ogni volta che qualcosa non convince».
Un messaggio che va oltre l’aspetto tecnico e tocca il cuore della trasformazione in corso: la fiducia nei pagamenti digitali.
Grazie al lavoro congiunto di banche, istituzioni e operatori, il sistema ha dimostrato di saper affrontare con successo un cambiamento profondo, garantendo sicurezza, efficienza e continuità operativa.
Ora la sfida, conclude Esposito, è «trasformare questa fiducia in consapevolezza diffusa, affinché i cittadini possano muoversi nel mondo dei pagamenti digitali in modo sempre più informato e protetto».
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