Sono le capofiliera a dettare obiettivi e tempi della trasformazione ESG delle imprese che operano in filiera, attivando un processo di selezione tra chi riuscirà a stare al passo e chi resterà indietro, dice Claudio Cesario, socio di Fineteca. Di conseguenza, l'esigenza di attuare gli investimenti necessari per conseguire questi target produrrà una significativa domanda di credito. Partendo da questi assunti, Fineteca ha sviluppato un modello di valutazione del potenziale di crescita delle imprese della filiera in funzione anche del raggiungimento dei requisiti ESG fissati dalla capofiliera.
Questo strumento consente alle banche di stimare il merito creditizio dell’azienda, una stima che nel caso delle filiere deve tener conto di alcune peculiarità specifiche. Spiega infatti Marco Spallone, Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari della Luiss e socio fondatore di Fineteca, che il modello compensa l’incongruenza tra la valutazione creditizia di alcune imprese, basata su dati economici-patrimoniali, e quella della loro performance industriale e del loro ruolo strategico all’interno della filiera.
Grazie ai dati industriali ottenuti dalla collaborazione con la capofiliera e all’uso dell’intelligenza artificiale, il modello corregge questa incongruenza e restituisce un’informazione più precisa sulla probabilità di default delle imprese fornendo un rating di filiera. La collaborazione è partita dal settore energetico con Enel e proseguirà con Terna ed Eni.
Videointervista realizzata a ESG in Banking 2023