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19 Aprile 2024 / 11:51
 
Web tax in 68 paesi, l'Ocse dice sì

 
Scenari

Web tax in 68 paesi, l'Ocse dice sì

di Mattia Schieppati - 12 Giugno 2017
Vale la fiscalità dei paesi in cui avvengono le transazioni. I tweet di Padoan, il no degli Usa
Ragionando a livello globale, non è stata definita «evasione fiscale», bensì «pianificazione fiscale aggressiva». La risposta è quella che bene o male era già stata delineato negli ultimi tre anni sia a livello Ue che a livello di singoli paesi, secondo la logica secondo la quale per le grandi multinazionali del tech debbono valere le regole di fiscalità nei singoli paesi in cui avvengono le transazioni.
Questa la linea di intervento sottoscritta da 68 paesi dell'Ocse, che mira alla regolarizzazione di una situazione che fino ad oggi ha viaggiato tra le pieghe dei regolamenti (salvo poi qualche clamorosa "multa" miliardaria emessa qua e là), e che dovrebbe portare all'emersione di almeno un terzo dei 240 miliardi di dollari di elusione calcolati ogni anno.
Prima ancora della stampa, a dare l'annuncio dell'accordo raggiunto sono stati i tweet del ministro dell'Economia e delle Finanze italiano, Pier Carlo Padoan, che da Parigi dove erano in corso i lavori dell'Ocse ha scritto: «Firmato l'accordo multilaterale tra più di 60 Paesi contro l'elusione fiscale delle imprese multinazionali. Da contrasto a elusione ed evasione fiscale più risorse per finanziare i beni pubblici e la riduzione delle disuguaglianze».
La convenzione trasferisce a livello multilaterale tra i paesi firmatari una serie di accordi bilaterali che mirano a contrastare il cosiddetto 'shopping' fiscale dei gruppi multinazionali, cioè la pratica di portare la base imponibile, quindi gli utili societari, dai posti ad alta fiscalità in cui vengono originati a paesi con una fiscalità bassa o nulla. Stando alle stime dell'Ocse, questa pratica sottrae alle finanze pubbliche globali da 100 a 240 miliardi di dollari di introiti ogni anno, pari a una cifra che va dal 4 al 10% delle tasse pagate dalle società ogni anno.
In totale, precisa l'Ocse, sono 76 i paesi coinvolti, tra quelli che hanno firmato e quelli che hanno espresso l'intenzione di firmarlo, e tra questi non ci sono gli Usa, che hanno annunciato la decisione prima dell'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca.
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