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19 Aprile 2024 / 12:18
 
Internet, Italia penultima fra i Paesi Ue

 
Scenari

Internet, Italia penultima fra i Paesi Ue

di Paola Fabi - 13 Gennaio 2019
Secondo il rapporto Cotec siamo ancora sotto la media europea per l'utilizzo delle tecnologie digitali
Italia e Internet, storia di un amore che fatica a crescere. Il Belpaese, infatti, è al penultimo posto nella Ue nell'uso della Rete e anche piuttosto indietro (sui 28 paesi dell'Unione è il numero 19) nella trasformazione digitale.
Questa la fotografia scattata dal rapporto Cotec (Cooperazione tecnologica) 2018 sull'innovazione tecnologica in Italia, Portogallo e Spagna, presentati recentemente a Roma, presso il Ministero per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca (Miur).
Un rapporto che mette, però, anche in evidenza che l'Italia guida la classifica internazionale della produttività tecnico-scientifica dei ricercatori, con 87,5 pubblicazioni annue per 100 ricercatori. Questo malgrado le scarse risorse, sia pubbliche sia private, e il numero basso di ricercatori e brevetti. Un dato che, secondo il direttore generale della fondazione Cotec, Claudio Roveda, evidenzia la scarsa attenzione verso le tecnologie digitali e di conseguenza verso le competenze.
Carenze confermate anche dal Digital Economy and Society Index (Desi) 2018 di Eurostat, che assegna al nostro Paese il 25mo posto nell'innovazione digitale. Le tecnologie digitali più adottate dalle imprese italiane - rivela il rapporto Cotec - sono ancora i social media e i big data. Soltanto il 5% sceglie tecnologie di stampa 3D e intelligenza artificiale.
I rapporti Cotec si basano su dati statistici di diversi organismi nazionali e internazionali, come Istat, Ocse, Commissione Europea, Banca Mondiale e World Economic Forum. Le statistiche mostrano nel 2016 un calo in Italia degli investimenti in ricerca e sviluppo, ridotti di 545,7 milioni di euro (-0,05% in rapporto al Pil) rispetto al 2015. L'Italia resta indietro anche per numero di laureati nella fascia tra i 15 e i 64 anni: il 16,5% nel 2017.
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Male anche i brevetti. L'Italia ne ha il numero più basso tra il 2011 e 2016, sia per il settore biotecnologie, pari a 337 contro gli oltre 13.000 degli Stati Uniti in cima alla classifica, sia per quello dell'Ict e delle nanotecnologie: 305 e 25, rispettivamente, contro gli oltre 38.000 e i 760 degli Usa. Delle 1.000 imprese europee più innovatrici nel 2016 solo 38 sono in Italia, 7 in meno del 2015, contro le 290 del Regno Unito in vetta alla classifica. Cresce, invece, tra il 2000 e il 2015 il numero di ricercatori per 1.000 lavoratori, pari a 4,93 nel 2015, numero basso tuttavia se confrontato ai quasi 14 della Finlandia che guida la classificnternet, Italia penultima fra i Paesi Ue  Rapporto Cotec: sotto la media europea in tecnologie digitali Italia e Internet, storia di un amore mai nato. Il Belpaese, infatti, è al penultimo posto nella Ue nell'uso della Rete e anche piuttosto indietro (sui 28 paesi dell'Unione è il numero 19) nella trasformazione digitale. Questa la fotografia scattata dal rapporto Cotec (Cooperazione tecnologica) 2018 sull'innovazione tecnologica in Italia, Portogallo e Spagna, presentati recentemente a Roma, presso il Ministero per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca (Miur). Un rapporto che mette, però, In evidenza che l'Italia guida la classifica internazionale della produttività tecnico-scientifica dei ricercatori, con 87,5 pubblicazioni annue per 100 ricercatori, malgrado le scarse risorse, sia pubbliche che private, e il numero basso di ricercatori e brevetti. Un dago che, secondo il direttore generale della fondazione Cotec, Claudio Roveda, evidenzia la scarsa attenzione verso le tecnologie digitali e di conseguenza verso le comptenze. Dati confermati anche dal Digital Economy and Society Index (Desi) 2018 di Eurostat, che assegna al nostro Paese il 25/o posto nell'innovazione digitale.  Le tecnologie digitali più adottate dalle imprese italiane - rivela il rapporto Cotec - sono ancora i social media e i big data. Soltanto il 5% sceglie tecnologie di stampa 3D e intelligenza artificiale.  I rapporti Cotec si basano su dati statistici di diversi organismi nazionali e internazionali, come Istat, Ocse, Commissione Europea, Banca Mondiale e World Economic Forum. Le statistiche mostrano nel 2016 un calo in Italia degli investimenti in ricerca e sviluppo, ridotti di 545,7 milioni di euro (-0,05% in rapporto al Pil) rispetto al 2015. L'Italia resta indietro anche per numero di laureati nella fascia tra i 15 e i 64 anni: il 16,5% nel 2017. Male anche i brevetti. L'Italia ne ha il numero più basso tra il 2011 e 2016, sia per il settore biotecnologie, pari a 337 contro gli oltre 13.000 degli Stati Uniti in cima alla classifica, che per quello dell'Ict e delle nanotecnologie: 305 e 25, rispettivamente, contro gli oltre 38.000 e i 760 degli Usa. Delle 1.000 imprese europee più innovatrici nel 2016 solo 38 sono in Italia, 7 in meno del 2015, contro le 290 del Regno Unito in vetta alla classifica. Cresce, invece, tra il 2000 e il 2015 il numero di ricercatori per 1.000 lavoratori, pari a 4,93 nel 2015, numero basso tuttavia se confrontato ai quasi 14 della Finlandia che guida la classifica. Il nostro Paese ottiene, però, il migliore risultato per numero di pubblicazioni scientifiche per 100 ricercatori: 87,5 nel 2015
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