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19 Dicembre 2025 / 01:46
 
Il futuro previdenziale? Preoccupa, ma resta fuori agenda

 
Scenari

Il futuro previdenziale? Preoccupa, ma resta fuori agenda

di Flavio Padovan - 18 Dicembre 2025
La ricerca di Sella SGR fotografa un forte divario tra consapevolezza e azione sul tema della pensione: solo un italiano su quattro ha aderito alla previdenza integrativa e meno del 10% della popolazione tra i 25 e i 60 anni conosce la propria situazione contributiva. Ma il 70% chiede una guida per pianificare il proprio futuro. La consulenza personalizzata può colmare il gap
Gli italiani sanno che il futuro previdenziale sarà complesso. Lo temono, lo percepiscono, lo dichiarano. Ma, nella maggior parte dei casi, rimandano. È questo il paradosso che emerge dalla ricerca sulla previdenza sostenibile di Sella SGR, realizzata con Research Dogma su un campione rappresentativo di 2.000 persone tra i 25 e i 65 anni.
Il dato più eloquente è la distanza tra consapevolezza e azione. L'83% degli italiani è preoccupato per la pensione pubblica, l'88% ritiene importante investire sul proprio futuro previdenziale, ma solo il 25% ha aderito a una forma di previdenza integrativa. Ancora più significativo è il livello di conoscenza: meno del 10% conosce davvero la propria situazione contributiva, mentre la grande maggioranza non ha mai verificato quale sarà l'importo della pensione futura.

Il TFR, tra false certezze e scarsa informazione

Il rapporto degli italiani con il TFR racconta bene questa esitazione. Quasi un lavoratore dipendente su due (49%) lascia il TFR in azienda, spesso per ragioni che poco hanno a che fare con una scelta informata. Il 32% lo considera "più sicuro", il 17% dichiara di non fidarsi dei fondi pensione, mentre una quota significativa non è nemmeno consapevole delle alternative disponibili.
Il 18% non sa che il TFR può essere investito, l'11% afferma di non aver mai ricevuto informazioni su soluzioni diverse. Altri citano presunti vantaggi di liquidità o fiscali, segno di un divario informativo ancora profondo, che continua a condizionare decisioni cruciali per il futuro.
Anche tra chi ha scelto un fondo pensione, la consapevolezza non è sempre stata tempestiva. Solo poco più della metà ha preso questa decisione all'ingresso nel mondo del lavoro o alla prima occasione utile, mentre gli altri vi sono arrivati più tardi, spesso dopo anni di inattività previdenziale.

Pensione pubblica: tra fiducia e disillusione

La pensione pubblica resta un punto interrogativo. Il campione si divide quasi a metà: il 49% pensa che sarà sufficiente, il 51% teme di no. La sfiducia cresce tra le donne, tra i non occupati e tra chi ha un basso livello di istruzione, delineando una frattura che non è solo economica, ma anche sociale.
Tra chi teme un futuro previdenziale insufficiente, oltre la metà non sa come colmare il divario o teme che non esistano soluzioni efficaci. Alcuni confidano nei risparmi, altri nell'aiuto dei familiari. È il segnale di una fragilità che rischia di riflettersi sull'intero equilibrio sociale.

Agire o rimandare: la scelta che molti non fanno

Non sorprende, quindi, che il 40% degli intervistati non abbia ancora intrapreso alcuna azione per integrare la pensione pubblica. Tra chi si è mosso, un quarto ha scelto la previdenza integrativa, mentre altri hanno preferito strumenti di accumulo non previdenziali.
All'interno delle scelte previdenziali prevalgono i fondi pensione chiusi e aperti, mentre restano marginali PIP, polizze vita e strumenti come il riscatto della laurea. La pianificazione, quando c'è, resta spesso parziale.
Nonostante tutto, il 61% degli italiani si dice fiducioso di poter realizzare i propri progetti nel medio-lungo periodo. Ma questa fiducia è prudente, quasi difensiva. La priorità è la stabilità economica, più che l'ambizione. Viaggiare resta un desiderio diffuso, ma accompagnato dal timore di non poterselo permettere.
Anche sul lavoro emerge lo stesso atteggiamento: il 63% preferisce mantenere la posizione attuale, piuttosto che puntare su cambiamenti o percorsi di crescita. La sicurezza viene prima di tutto.

La consulenza come punto di svolta

Il tema previdenziale resta però poco condiviso. Il 65% degli italiani non ne ha mai parlato con nessuno. Quando il confronto avviene, è soprattutto con la banca (13%), il consulente finanziario (11%) o l'agente assicurativo (9%), e nella grande maggioranza dei casi (84%) viene giudicato utile.
La conoscenza resta tuttavia superficiale. Solo il 28% si sente adeguatamente informato, mentre l'81% considera la previdenza integrativa interessante, ma sente il bisogno di essere guidato. Un segnale chiaro: la domanda di consulenza esiste, ma chiede fiducia, personalizzazione e credibilità.
Secondo i dati raccolti, il 32% degli intervistati preferirebbe ricevere consulenza da parte della banca, il 22% dai consulenti finanziari o banker di riferimento, ma un numero significativo vorrebbe riceverla anche da soggetti istituzionali quali CAF/Patronato (30%) e INPS (22%).
Interessante anche il dato su canali formativi preferiti per avere un orientamente: il 34% predilige la consulenza personalizzata in presenza (15% a distanza), mentre il 26% opta per video tutorial con esperti. Poco interesse per eventi, brochure e social media.
Romano (Sella SGR): "Dall'incertezza all'azione"
"La previdenza va ormai considerata come un aspetto che influenza e si integra profondamente nel tessuto sociale del nostro Paese e non solo una questione economica" afferma Mario Romano, Amministratore Delegato di Sella SGR. "I dati della nostra ricerca - prosegue - ci restituiscono un'Italia ancora poco informata su questi argomenti ed evidenziano l'urgenza di rafforzare la consapevolezza e favorire l'accesso a strumenti di pianificazione previdenziale in grado di offrire alle persone stabilità e tranquillità nel lungo termine".
"La maggior parte degli italiani sa delle complessità future legate alla previdenza - evidenzia Romano - ma spesso ignora la reale portata del problema o da dove iniziare ad affrontarlo, con la conseguenza di rimandare ogni decisione. La sfida di chi come noi opera nel settore consiste nel trasformare l'incertezza in conoscenza e quest'ultima in azione concreta, aiutando così le persone a pianificare il proprio futuro con strumenti concreti e sostenibili nel tempo".
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