ESG: l’asset strategico per le banche diventa evento
di Mattia Schieppati
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7 Dicembre 2021
Il 13 e 14 dicembre la prima edizione della manifestazione promossa dall’Abi sui temi della sostenibilità ambientale, sociale ed economica (
iscriviti qui) . Il ruolo del settore finanziario, la compliance normativa, le opportunità di una crescita che fa bene all’economia e fa bene alle persone. Ecco perché
ESG in banking: sostenibilità è sviluppo si propone come il punto di riferimento per costruire una community che crede in una “transizione gentile”
Il titolo scelto, ESG in banking: sostenibilità è sviluppo, mette da parte ogni dubbio, decisamente anacronistico. Il processo di trasformazione verso un’economia – e quindi una finanza – fondata su criteri di sostenibilità ambientale, sociale e di governance non è più un’opzione più o meno virtuosa all’interno di diverse modalità di impostare il proprio business, ma è ormai un elemento strategico dirimente, che distingue le imprese che intendono essere protagoniste del mercato presente e futuro da quelle che cercano solo di sopravvivere secondo paradigmi ormai superati e non più allineati alle nuove attese e sensibilità dei consumatori.
A segnare la prima edizione dell’evento promosso dall’Abi su quello che è il tema cruciale della contemporaneità, e che si svolgerà in modalità full digital i prossimi 13 e 14 dicembre, è quella “È” del titolo che indica una rotta ben precisa, e fa da filo conduttore alle due giornate di confronti e di dibattito che chiamano a raccolta il mondo delle banche, della finanza e delle imprese tra esplorazione di scenari prossimi e possibili, e buone pratiche già in atto.
Al centro, il confronto sulle modalità di sviluppo di un’economia sostenibile, asset sempre più centrale nelle strategie dei principali gruppi bancari da tempo impegnati a migliorare i propri profili ESG, e pilastro fondante del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L’evento, organizzato da ABIServizi e a partecipazione gratuita, rappresenta un’occasione unica per analizzare insieme ai key leader del settore il quadro politico, economico, sociale e regolamentare dei temi ESG, aggiornarsi sulle iniziative istituzionali e governative in corso, presentare i propri percorsi di trasformazione in ottica di sostenibilità, condividere practices e servizi a supporto della trasformazione sostenibile delle banche e – soprattutto – iniziare a creare una community in grado di contribuire al percorso di cambiamento degli operatori bancari.
Ampio il menù dei temi all’ordine del giorno, a partire dall’analisi dello scenario globale attuale, dopo le misure emerse dagli ultimi summit internazionali (il G20 a guida italiana e la COP26 di Glasgow), le sfide che il settore finanziario deve affrontare rispetto a masse di capitali ingenti orientati verso investimenti ESG. Una prima edizione che metterà a confronto i diversi operatori del mercato - banche, imprese, Istituzioni, associazioni di categoria, società di consulenza, service e data provider, regolatori - sui trend emergenti e sulle più opportune strategie di business, organizzative, ma anche tecnologiche.
A dare una lettura trasversale dello scenario all’interno del quale l’evento si colloca come punto di riferimento è Umberto Filotto, Affiliate Professor di Banking and Insurance presso SDA Bocconi School of Management e Segretario generale di Assofin, tra i protagonisti della sessione plenaria della giornata di apertura della manifestazione.
Professor Filotto, quella “È” che segna il titolo dell’evento fotografa una situazione già reale?
È senza dubbio un’affermazione che ha radici molto robuste nella realtà, che si sviluppa lungo due direttrici. La prima è di tipo quantitativo, strettamente economico: guardare alla sostenibilità significa infatti investire su temi, prodotti e servizi nuovi, quindi creare un volano di produzione e di consumi nuovo, il che ha sicuramente un impatto diretto sullo sviluppo economico. L’altra direttrice è invece di tipo sociale, riguarda il modo di essere e di stare nella società. È un fattore che non si misura in ricavi, in utili, in Pil, ma in benessere collettivo, con un impatto sul nostro modo di vivere. E anche questo è sviluppo positivo.
La trasformazione verso un’economia e una società “a misura di ESG” richiede la collaborazione di diversi attori, dai consumatori alle istituzioni, passando per le imprese e la finanza. Chi, in questa fase, ha un ruolo chiave?
A giocare un ruolo determinante in questa fase sono i Governi e le Authorities, diciamo più in generale i soggetti del settore pubblico, perché il cambiamento di comportamenti, il fatto di guidare verso un nuovo modo di consumare, di investire, di produrre richiede una funzione di indirizzo che si realizza attraverso la definizione di norme e la messa a punto di incentivi di carattere economico. Questa azione è estremamente importante e in questa fase di avvio, forse anche imprescindibile. C’è senza dubbio un’accresciuta sensibilità alla sostenibilità da parte delle persone, che più marcata in alcune fasce - penso per esempio ai giovani, per i quali quello della sostenibilità è un valore quasi identitario – ma che deve ancora radicarsi. La messa in moto di comportamenti virtuosi richiede una spinta più o meno gentile che viene giustamente esercitata dalle autorità governative. Ma non è possibile pensare di demandare tutto e solo al Pubblico. In questo quadro, le imprese sono chiamate a inserirsi in un filone di comportamenti e investimenti virtuosi, e il mondo della finanza e del credito sono imprescindibili per mettere a terra questa trasformazione. Pensiamo solo, per fare un esempio concreto, al tema dell’efficientamento energetico delle abitazioni, che con il meccanismo della cessione del credito sta vedendo il mondo della banca e della finanza come elementi chiave di attuazione del cambiamento.
Il tema normativo è molto dibattuto. Le norme che indirizzano alla sostenibilità, nazionali ma soprattutto a livello Ue, stanno accompagnando o stanno forzando il cambiamento?
La possibilità di cambiamento non è uguale per tutti i soggetti: per alcuni è troppo lenta, per altri è troppo veloce. Quando si affrontano scenari di trasformazione così epocali, non c’è mai la misura giusta, bisogna cercare di trovare dei punti di caduta che siano accettabili per tutti. Su alcuni fronti certamente la spinta data dalle autorità regolatorie è tutt’altro che gentile, è anzi in alcuni casi decisa o forse addirittura un p’ brutale. Ma dobbiamo allargare lo sguardo. Oltre a norme e incentivi economici, infatti, c’è un’azione importantissima da svolgere che è quella di tipo culturale: creare un contesto all’interno del quale l’attenzione a queste tematiche diventi un elemento rispetto al quale le persone e le imprese si riorientano.
Il sistema-Italia a che punto è di questo percorso?
Siamo di fronte a un cambiamento globale, che assume declinazioni diverse da Paese a Paese. Come sistema-Italia stiamo sicuramente recuperando terreno rispetto a temi che per decenni sono stati tipicamente “temi nordici”. E stiamo scoprendo di avere un senso civico che nessuno sospettava. Evidentemente anche su questo fronte i tempi sono maturi per un cambiamento reale, non più solo destinato a proclami senza seguito.
Venendo al mondo del credito, l’orientamento ai criteri ESG è entrato davvero nei processi delle aziende, o si sta solo cavalcando un trend?
Una cosa è certa: se questo impegno non permea profondamente tutta la struttura aziendale, se non ci si crede veramente, si cade immediatamente nel green washing. Quello che abbiamo rilevato nella ricerca Consumer ESG Credit, realizzata da CRIF in collaborazione con SDA Bocconi School of Management e Assofin (si veda qui:
https://bancaforte.it/articolo/cresce-il-credito-al-consumo-green-RB100429d), è in generale una situazione è di convinzione molto profonda da parte degli operatori. La sostenibilità è un tema rispetto al quale c’è un riporto diretto ai vertici aziendali. Nelle interviste fatte abbiamo trovato una grande convinzione rispetto all’implementazione di una mentalità “ESG oriented” nei processi aziendali. È diffusa la convinzione che chi riesce a posizionarsi con anticipo su questo fronte, avrà poi un forte un vantaggio competitivo. Certo, oggi i prodotti sono ancora piuttosto complessi e non hanno la redditività dei prodotti tradizionali, ma se si confermano – come è ragionevole aspettarsi – i trend in atto, sarà importate essere riconoscibili in questo mercato.
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Dall’Abi un impegno forte sui temi ESG, tra informazione e formazione
L’evento
ESG in banking: sostenibilità è sviluppo del 13 e 14 dicembre arriva a conclusone di un anno di grande impegno dell’Abi e di ABIFormazione sui temi della sostenibilità ambientale, sociale e di governance, che sono stati affrontati in eventi e manifestazioni pubbliche, come il convegno internazionale organizzato in occasione del G20, vedi qui:
https://bancaforte.it/articolo/la-sostenibilit-deve-essere-davvero-sostenibile-RB100284l o, ultimo in ordine di tempo, le due giornate di seminario dal titolo Accessibilità, inclusione, diversity e business: tendenze e prospettive in Banca, vedi qui:
https://www.abiformazione.it/contents/in-primo-piano/2021/seminario-accessibilita-inclusione-diversity-e-business-tendenze-e-prospettive-in-banca. La sostenibilità in tutte le sue declinazioni è stata protagonista anche di un ricco programma di iniziative di formazione rivolte alle banche e agli operatori finanziari, tra cui La settimana ESG. Le dimensioni ESG del business bancario: dal perché al come, cinque giornate di approfondimento i cui lavori si sono chiusi lo scorso 2 dicembre (si veda qui:
https://www.abiservizi.it/le-dimensioni-esg-nel-business-bancario-dal-perche-al-come-2021).