Al Salone dei Pagamenti 2025, Buffetti Finance ha lanciato un messaggio chiaro: in un ecosistema sempre più guidato dall’innovazione, il valore non risiede solo nella tecnologia, ma nella capacità di personalizzare i servizi di pagamento per supportare i modelli di business dei diversi settori.
«Le grandi aziende hanno capito quanto sia importante la governance dei sistemi di pagamento», spiega Giovanni Lanzilotti, Amministratore Delegato di Buffetti Finance nella videointervista rilasciata a Bancaforte. «I pagamenti abilitano nuovi modelli di business e aumentano la catena del valore dei prodotti».
È in questo contesto che nasce la sinergia fra Buffetti Finance e le oltre dieci business unit del gruppo. «Il nostro obiettivo non è solo individuare o offrire sistemi di pagamento», osserva Lanzilotti, «ma personalizzarli, adattarli alle esigenze specifiche di ogni settore».
Uno degli ambiti più dinamici è il retail, dove l’integrazione fra pagamenti, registratori di cassa e normative fiscali richiede soluzioni complete e costantemente aggiornate. «L’obiettivo non è semplicemente introdurre un’innovazione tecnologica», chiarisce il CEO, «ma offrire al cliente un’attenzione continua, per rispondere alle variazioni del contesto in cui opera».
Sul fronte delle criptovalute, Lanzilotti mantiene un approccio prudente, pur riconoscendo che in un anno il panorama è cambiato. «Nel 2024 parlai di luci e ombre», ricorda. «La blockchain offre immutabilità del dato, tracciabilità e sicurezza, ma mancavano un quadro normativo chiaro e una rete di accettazione valida in Italia». Oggi, invece, si parla sempre più spesso di stablecoin, un sottoinsieme più stabile delle criptovalute perché legato a fondamentali reali, come l’euro. «Il quadro normativo comincia a delinearsi», osserva. «E ci sono attori istituzionali di grande rilievo impegnati sul tema».
Rimangono, tuttavia, due criticità: la rete di accettazione ancora limitata e il rischio di frammentazione. «Mi auguro che le iniziative annunciate convergano in un’unica direzione», precisa Lanzilotti, «ma le prospettive future sono interessanti».
Per guardare ai prossimi dieci anni dei pagamenti, Lanzilotti parte da una premessa: la trasformazione digitale è iniziata con l’arrivo dell’e-commerce, attorno all’anno 2000. «Oggi abbiamo tutti gli ingredienti per comporre un’ottima ricetta», afferma. «E abbiamo anche gli chef giusti». Gli ingredienti, dice, sono open banking, open finance, embedded payment e request to pay, elementi che negli ultimi mesi hanno conquistato crescente attenzione.
Manca però un fattore essenziale: la capacità di fare partnership in modo intelligente. Non solo tra fintech e banche, ma anche tra istituti vigilati con ruoli diversi e complementari. «Bisogna comporre una catena del valore win-win», sottolinea Lanzilotti. «Le materie prime ci sono già tutte. Ora serve solo la capacità di combinarle con intelligenza per costruire soluzioni realmente innovative».
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