Che cosa si aspettano le giovani generazioni dall'esperienza professionale in banca? Come si può renderli partecipi e creare engagement rispetto all'azienda? Le banche italiane stanno intercettando e rispondendo alle esigenze dei millennials? Ne parlano Alessandro Cortesi, Principal M&A Career Country Coordinator e Roberta Sapia, Financial Services Industry Leader Mercer Italia, che Bancaforte ha incontrato a margine del FORUM HR organizzato dall'ABI (guarda qui lo Speciale).
Per Cortesi, i giovani oggi hanno una concezione dell'azienda molto diversa rispetto al passato: la vedono come un'ecosistema estremamente aperto, fluido e dinamico, dove fare un'esperienza, ma con l'obiettivo poi di uscirne e sperimentare altro. Un approccio evidenziato da indagini che dimostrano come anche lavoratori molto ingaggiati e felici del loro ruolo, poi decidano di lasciare l'azienda. Un atteggiamento che, per i responsabili HR, si traduce nella necessità di soddisfare esigenze che sono molto più complesse e articolate.
Ma chi sono i giovani? Il Governo nel Decreto Sostegni li identifica come gli under 36, ricorda Roberta Sapia. Su questa base, nelle banche ci sono già molti giovani a cui è bene dedicare particolare attenzione: i millennials, definiti come la generation "me" perché focalizzati sulla persona. Ebbene, dalle ricerche risultano sempre con un livello di engagement inferiore alle media degli altri cluster generazionali. Perché? La ragione è che vogliono essere ingaggiati su tutte le diverse prospettive e che ci sia un vero sentire di quanto viene fatto, non semplici dichiarazioni. Un'esigenza a cui l'azienda deve dare una risposta.