I giovani rappresentano oggi uno dei motori più vivaci della domanda culturale. Lo afferma il prof. Guido Guerzoni (Università Bocconi), basandosi sulle evidenze della ricerca da lui coordinata e promossa da ABI per il Festival è cultura! 2025.
Lo studio ha approfondito i consumi culturali delle Generazioni Z e Alpha in Italia e all’estero: un’analisi inedita che ha mostrato come gli under 28 abbiano un rapporto con la cultura più ampio e articolato di quanto comunemente si creda. Quello che cambia rispetto alle generazioni precedenti è il significato che attribuiscono alla cultura.
I giovani presentano tassi di astensionismo culturale inferiori alla media nazionale e dedicano molte ore a forme di fruizione diverse dai media tradizionali, privilegiando cinema, concerti ed eventi dal vivo. Leggono meno i quotidiani ma leggono di più in termini assoluti, ed esplorano podcast, social, community digitali e altri contenuti online come strumenti di informazione. Percepiscono la cultura come spazio di socialità: è importante, sottolinea infatti Guerzoni, considerare anche il dato demografico che in 40 anni ha visto la popolazione minorenne diminuire del 40%. Cresciuti spessi come figli unici, i giovani cercano nelle attività culturali condivisione e aggregazione. Il digitale non sostituisce quindi l’esperienza diretta, ma la integra intrecciando vita reale e vita virtuale.
Le maggiori difficoltà per l’accesso alla cultura da parte di Gen Z a Gen Alpha sono percepite nello scarso interesse per i contenuti offerti, nei costi e nella disponibilità di attività nella prossimità della propria zona di residenza. Guerzoni rileva come la forbice della disparità tra grandi città e piccoli centri sia cresciuto in questi anni. Per favorire il coinvolgimento dei giovani, conclude Guerzoni, musei e altre istituzioni culturali dovrebbero usare gli strumenti e i canali digitali in modo consapevole e includere queste generazioni nell’organizzazione e nella programmazione delle loro proposte.




