Dojo ha partecipato per la prima volta al Salone dei Pagamenti, e lo ha fatto portando una visione molto chiara: nell’era dell’experience economy, la qualità del servizio per un esercente dipende dalla capacità di rendere i pagamenti invisibili, immediati, naturali.
«La nostra missione è eliminare ogni frizione, sia per l’esercente sia per il cliente finale», spiega Antonio Di Bernardino, General Manager Italia, nella videointervista rilasciata a Bancaforte. «Se un ristoratore deve preoccuparsi del POS che non funziona, sta togliendo tempo alla cucina e all’esperienza del cliente. Noi lavoriamo per evitare tutto questo».
Dojo nasce infatti per semplificare la gestione dei pagamenti e alleggerire il carico amministrativo degli esercenti, offrendo supporto immediato e continuo. «Garantiamo un’assistenza preparata e sempre disponibile», racconta Di Bernardino. «Interveniamo subito quando c’è un problema, così l’esercente può concentrarsi sul suo core business».
L’attenzione alla fluidità non riguarda solo il back office, ma anche l’esperienza in cassa. «La velocità della transazione è fondamentale», spiega. «Ridurre le attese nei momenti di picco, evitare code, garantire affidabilità: sono aspetti essenziali per qualsiasi attività commerciale».
Il debutto al Salone coincide con un anniversario speciale: il primo anno di attività di Dojo in Italia. «È un traguardo che abbiamo voluto festeggiare qui», racconta Di Bernardino. «Anche se siamo giovani sul mercato italiano, la risposta degli esercenti è stata sorprendente. Stiamo crescendo mese su mese del 30%. C’è grande curiosità e una forte voglia di innovazione».
Secondo il general manager, il mercato italiano - spesso percepito come tradizionale - è invece molto più dinamico del previsto. «Pensavamo di trovare clienti restii al cambiamento», rivela, «invece abbiamo incontrato imprenditori desiderosi di esplorare servizi nuovi, più semplici, più vicini alle loro esigenze».
Nonostante la vocazione “merchant first”, Dojo si appoggia sull’infrastruttura offerta dal settore bancario. E proprio qui si gioca una parte decisiva dell’innovazione. «Per noi le banche non sono un vincolo, sono un abilitatore», sottolinea Di Bernardino. «Collaboriamo con tutti gli istituti perché l’esercente deve essere libero di scegliere su quale conto ricevere i fondi, spesso tramite pagamenti istantanei. Avere banche tecnologicamente avanzate rende il nostro servizio migliore e più veloce».
Con l’arrivo del nuovo quadro normativo sui pagamenti istantanei e con la crescente pressione sulla sicurezza, il ruolo delle banche diventa ancora più cruciale. «Una banca innovativa è una banca che abilita nuove opportunità per i merchant», spiega. «Noi vogliamo costruire un ecosistema aperto, collaborativo, dove ogni attore possa dare il massimo valore al cliente finale».
Dopo un anno di espansione e un debutto di successo al Salone, la direzione è chiara: pagamenti sempre più invisibili, assistenza sempre più umana, tecnologia sempre più integrata. «L’obiettivo», conclude Di Bernardino, «è rendere la vita dei merchant più semplice, più fluida, più libera. Se l’esperienza di pagamento funziona, tutto il resto può funzionare meglio».
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