CBI conferma e intensifica il proprio impegno nell’accompagnare l’industria finanziaria italiana nell’adozione dell’open banking. Dopo la creazione della piattaforma CBI Globe e il lancio del servizio Check IBAN a supporto della Pubblica Amministrazione e recentemente delle corporate, la società consortile sta moltiplicando le iniziative d’innovazione collaborativa nella logica di interoperabilità e di circolarità dei servizi che la contraddistinguono.
Ne parla Liliana Fratini Passi, Direttrice generale del CBI, recentemente insignita del titolo Woman in Fintech of the Year nell’ambito di Women in Finance – Italy Award, tracciando per Bancaforte le linee principali del piano strategico del consorzio e la timeline dei servizi che verranno rilasciati nel corso di quest’anno e all’inizio del 2023.
Per supportare la comunità finanziaria domestica, spiega Fratini Passi, l’azione di CBI si concentrerà su tre filoni strategici: la migrazione delle infrastrutture di pagamento e incasso multibanca di CBI verso un cloud privato dedicato, CBI Hub Cloud; lo sviluppo della funzione attiva di CBI Globe, di servizi collaborativi e partnership internazionali per aumentare l’operatività dei clienti delle banche a livello cross border; il rafforzamento del rapporto con PagoPA anche attraverso il servizio CBILL.
Tra i servizi a valore aggiunto che verranno rilasciati o potenziati dal CBI nel corso del 2022 ci sono il Request to Pay XML CBI, con il quale il cliente corporate creditore inizializza attraverso il canale della propria banca proponente una Request to Pay sulle banche passive; lo Smart Onboarding, per velocizzare e semplificare i processi di onboarding dei clienti di una corporate, la loro user-experience ma anche la qualità dei dati raccolti; il Check IBAN cross-border, ovvero l’ampliamento del servizio di Check IBAN alle verifiche cross-border con possibilità per gli intermediari di agire nei ruoli di responding e di calling; infine il Name Check, che accerta la corrispondenza tra il nominativo del beneficiario di un Sepa Credit Transfer e il relativo IBAN.
Infine, verso la fine dell’anno o all’inizio del 2023 arriveranno anche il Database Fatture Anticipate, il Pay by Loan interbancario, l’Account Status Check e l’Avvisatura Push.
Open Banking, lo scenario internazionale
Ma a due anni dall’introduzione della PSD2 a che punto è lo sviluppo dell’open banking? La ricerca “Global Open Banking Report”, condotta dal CBI con PWC in oltre 60 paesi, ha registrato i diversi approcci, modi e velocità di adesione a questo nuovo paradigma. Sotto la spinta della normativa in Europa, UK, Australia o del mercato negli Stati Uniti, si è assistito a una crescita costante degli operatori bancari e delle terze parti che offrono soprattutto servizi di Account Information e Payment Initiation.
Un dato certamente positivo che però, fa notare Fratini Passi, è legato ai servizi obbligatori richiesti dalla PSD2, mentre sono ancora pochi i casi d’uso dell’open finance basati su dati riferiti ad investimenti, assicurazioni e di prestito. L’open banking è quindi ancora in una fase iniziale e sono molti gli sviluppi possibili e le opportunità da cogliere. In particolare in Italia l’offerta di servizi open banking è in ritardo rispetto alle nazioni più avanzate del Nord Europa. Digital ID e Onboarding (64%) e Check IBAN (55%) sono i VAS su cui le banche italiane hanno dichiarato di voler puntare.