Stabilità e crescita nel documento ABI al Governo
di Redazione
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29 Gennaio 2021
Inviato al Presidente Conte e ai Ministri Gualtieri, Patuanelli e Amendola un promemoria sulle forme degli strumenti finanziari utili per meglio sostenere le imprese nell'attuazione dei progetti di investimento finanziati con fondi europei. L'apertura della crisi ha impedito l'incontro con il Presidente Patuelli e il Direttore Generale Sabatini
Il Presidente Antonio Patuelli e il Direttore Generale dell'ABI Giovanni Sabatini hanno inviato al Presidente Conte e ai Ministri Gualtieri, Patuanelli e Amendola il documento che avrebbero consegnato al Governo in un incontro programmato proprio nei giorni in cui la crisi dell’esecutivo ha imposto un diverso programma alle agende. Proponiamo qui il testo del Documento ABI.
Le banche fanno e faranno la loro parte e non faranno certamente mancare il loro supporto nel cammino di modernizzazione e sviluppo dell’Italia, così come sono state impegnate fin dal primo momento a fianco delle famiglie e delle imprese per affrontare la crisi.
Affinché ciò sia possibile, occorre che la regolamentazione di vigilanza sulle banche, nel perseguire l’obiettivo della stabilità, tenga in conto costantemente l’obiettivo della crescita economica e non crei ostacoli al ruolo essenziale in questa fase svolto dal mondo bancario, cioè di sostegno a famiglie e imprese.
Innanzitutto, la proroga delle moratorie ex lege disposta dalla legge di bilancio se non accompagnata da una interpretazione delle linee guida dell’EBA che oggi pongono un limite di 9 mesi alla durata complessiva del periodo di sospensione dei pagamenti produce il rischio di dover riclassificare come esposizioni deteriorate tutte le esposizioni oggetto di moratoria con conseguenze gravemente dannose per i debitori. Occorre che si intervenga quanto prima per ottenere una interpretazione delle regole che consenta la proroga delle moratorie oltre i 9 mesi senza le conseguenze sopra descritte. Allo stesso tempo occorre ampliare i parametri stabiliti dall’Autoritaà Bancaria Europea (EBA) per consentire misure di agevolazione per i debitori (quali, ad esempio, l’allungamento dei piani di ammortamento) senza che la concessione di tali agevolazioni faccia scattare la riclassificazione della posizione come deteriorata.
L’utilizzo delle risorse del PNRR dovrà assicurare la sostenibilità anche nel medio periodo del debito pubblico e mettere in prospettiva il rapporto debito/PIL su un sentiero di riduzione.
Le modifiche legislative e gli incentivi devono avere carattere di certezza e stabilità nel tempo, per poter creare aspettative positive e dare la possibilità ai potenziali fruitori di pianificare i propri investimenti e poter contare sul mantenimento delle agevolazioni per il tempo necessario.
È importante che vi sia semplicità e facilità di accesso alle misure, specie per ciò che concerne agevolazioni ed incentivi, sia per le procedure previste, sia per la chiarezza dei criteri per l’applicazione.
Misure di carattere finanziario
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede l’utilizzo di strumenti finanziari per favorire l’apporto di risorse private (in forma di credito o capitale) al fianco di quelle pubbliche per attivare nuovi investimenti in particolare nell’area delle filiere strategiche, del miglioramento dei servizi turistici e delle infrastrutture ricettive, dell’economia circolare e dell’housing sociale.
Il PNRR ipotizza anche la costituzione di un “Fondo di fondi”, che alimenti fondi operativi specializzati per strumenti finanziari, rischi assunti e settori di intervento.
Si prevede inoltre la possibilità di favorire la sinergia tra gli interventi finanziati attraverso il programma europeo InvestEU e quelli del RRF (Recovery and Resilience Facility).
Affinché tali misure possano sviluppare al meglio il loro potenziale, è necessario che i diversi strumenti finanziari funzionino in maniera omogenea per tipologia di obiettivo, evitando la proliferazione di misurea gevolative con la conseguente polverizzazione delle risorse disponibili e la maggiore difficoltà a canalizzare gli incentivi verso i beneficiari finali, in tempi compatibili con l’urgenza di favorire la ripresa economica.
I possibili strumenti finanziari sono: 1) garanziesufinanziamentibancari;2) contributi in conto interessi su finanziamenti bancari; 3) finanziamenti agevolati, eventualmente associati a finanziamenti bancari. Un discorso a parte riguarda poi gli strumenti di partecipazione al capitale di rischio.
Per ciascuna delle tre tipologie di agevolazione, coerentemente con gli obiettivi del PNRR di semplificazione e digitalizzazione, è possibile immaginare la realizzazione di altrettante piattaforme nazionali finalizzate alla loro erogazione, secondo modalità standardizzate.
Per la garanzia su finanziamenti bancari, in Italia abbiamo già una possibile piattaforma che funziona efficacemente e alla quale si dovrebbe far riferimento: il Fondo di garanzia per le PMI.
Le nuove garanzie per l’accesso al credito delle imprese dovrebbero essere direttamente gestite dal Fondo di garanzia per le PMI o, comunque, seguirne lo schema operativo.
Anche per i contributi in conto interessi esiste un possibile modello di riferimento che funziona e che ormai le banche hanno imparato a gestire efficientemente: la nuova legge Sabatini.
Per i finanziamenti agevolati direttamente erogati dallo Stato/regioni non esiste una piattaf orma di erogazione unica o uno schema agevolativo unico. Esiste però un possibile modello di riferimento da cui, con le necessarie semplificazioni, si potrebbe partire: il Fondo Rotativo Imprese (FRI).
Le piattaforme dovrebbero servire anche per l’erogazione di agevolazioni di matrice locale, prevedendo – come è già per il Fondo di garanzia delle PMI – sezioni regionali.
Il sostegno pubblico ad operazioni di capitalizzazione delle imprese (ad es. tramite investimenti nel capitale di fondi di private equity, banche o tramite IPO e quotazione su SME Growth Markets) è previsto solo in alcuni casi specifici: tale intervento dovrebbe costituire un perno importante per la ripresa nella fase post pandemica in un’ottica di sostenibilità e ottimizzazione della struttura finanziaria delle imprese.
Riforme prioritarie
Tra gli elementi essenziali alla ripresa del Paese è anche menzionata la riforma di alcune componenti della giustizia civile e del sistema tributario italiano per renderlo più equo, semplice ed efficiente.
L’efficienza della giustizia civile, la certezza del diritto, la definizione dei contenziosi in tempi certi e ragionevoli sono precondizioni per lo sviluppo delle imprese in un contesto di legalità e per migliorare l’attrattività dell’Italia rispetto agli investimenti esteri.
L’evoluzione del sistema fiscale poggia molto sulle banche che hanno elevate responsabilità e rischi fiscali. La gestione di questi compiti per obblighi di legge dovrebbe essere inquadrata in un più corretto rapporto tra amministrazione finanziaria e banche. Il rapporto di servizio che si è istaurato - ed è destinato nel tempo a intensificarsi - merita lo stesso rispetto dei principi di:
- equità (evitare oneri impropri per le banche);
- semplificazione(intesa non solo per il contribuente finale ma anche per chi è obbligato a svolgere un ruolo per conto del fisco senza essere parte dell’Amministrazione finanziaria);
- efficienza (di tutte le fasi del prelievo fiscale, comprese, quindi, quelle gestite dalle banche per conto del fisco).
Leggi qui la versione integrale del Documento,
con gli approfondimenti sulle 4 Missioni tematiche.