Paghi solo se sei vivo
di Mattia Schieppati
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10 Ottobre 2017
A Londra sperimentano Fingopay, il sistema biometrico che riconosce attraverso infrarossi la mappa dei capillari del dito indice ...
«Tutto scorrerà attraverso le vostre dita». Non manca certo di poesia il claim di lancio di Fingopay, l'ultimo arrivato tra i sistemi di riconoscimento biometrico per autorizzare pagamenti e transazioni, che mette da parte il riconoscimento facciale e le ormai superate impronte digitali per puntare su un nuovo "unicum" della nostra persona: l'intreccio dei capillari delle nostre dita. Il sistema, sviluppato da Hitachi insieme alla compagnia Sthaler, specializzata in sistemi di sicurezza in ambito payment, è in fase di sperimentazione a Londra, in alcuni punti vendita situati all'interno e nei dintorni del campus della Brunel University (area anche con un supermarket della catena Costcutter). Un lettore elettronico, una specie di anello con una base allargata sulla quale poggiare il proprio dito indice, mappa istantaneamente le vene dal dito dell'utente e genera una chiave unica di riconoscimento, associata a una carta di debito o credito dalla quale vengono scalati gli importi delle transazioni così autorizzate. La mappa dei capillari viene "fotografata" da un sistema a infrarossi, che reagisce appunto al calore: assicura, insomma, che colui che sta appoggiando il dito al lettore sia effettivamente il "proprietario" del dito e che sia vivo. Va oltre, quindi, il sistema di riconoscimento attraverso impronte digitali, le quali sono più facilmente riproducibili per motivi fraudolenti (per esempio attraverso dei "calchi" fatti su impronte prese da un bicchiere o da qualsiasi altra superficie).
Sono 2 mila, per ora, gli utenti coinvolti nella fase di test, ma l'obiettivo è quello di coinvolgere entro fine anno tutti i 13 mila studenti del campus. I pareri di chi ha scelto di sperimentare in prima persona questo nuovo sistema -
raccolti dal Sun - sono estremamente positivi: è possibile infatti pagare senza dover mai portare nulla con sé, non solo portafoglio, contanti o carta di credito, ma nemmeno udite udite lo smartphone. Inoltre, non richiede alcun ricorso a Pin autorizzativi: «anche quando sei ubriaco che non ricordi il tuo codice, nessun problema, appoggi il dito e hai pagato», sottolinea uno degli studenti intervistati, ponendo un caso pratico assolutamente "British". Il lato negativo, evidenzia un altro utente, è che pagando con il dito non hai una traccia in tempo reale di quanto si sta spendendo: «Se sei un po' brillo, rischi di farti fuori tutti i soldi del mese». Per un riscontro più equilibrato, insomma, bisognerà forse effettuare un test su un campione di astemi
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