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04 Ottobre 2024 / 18:14
 
Nove mesi di crescita per Sella

 
Banca

Nove mesi di crescita per Sella

- 12 Novembre 2022
Sta dando risultati la strategia scelta dal gruppo, fondata su relazione con i clienti, innovazione tecnologica e sviluppo di un ecosistema finanziario sostenibile. Al 30 settembre l’utile netto è cresciuto dell’83% rispetto allo stesso periodo del 2021, escludendo le operazioni straordinarie
Prosegue la crescita del Gruppo Sella, che anche nei primi nove mesi del 2022, registra risultati positivi in tutti i settori di attività.
L’utile netto del gruppo al 30 settembre è di 88,9 milioni di euro. Rispetto al dato di settembre 2021, considerato al netto della plusvalenza ottenuta dall’operazione strategica di joint venture paritetica in Hype e all’acquisizione del 10% di illimity, l’incremento è dell’83%. A contribuire al risultato, spiega la banca in una nota, “l’ampia diversificazione delle fonti di ricavo che caratterizza le strategie di crescita e sviluppo del gruppo, oltre alle buone performance nell’attività di market making e alla presenza nei portafogli di titoli indicizzati all’inflazione”.
Particolarmente positivo è stato il margine di intermediazione che, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è cresciuto di 91 milioni di euro (+17%) raggiungendo i 626 milioni di euro. Il margine di interesse è aumentato del 35% a 247 milioni di euro, grazie sia alla componente commerciale sia all’effetto positivo dei titoli indicizzati all’inflazione. I ricavi netti da servizi sono aumentati del 6% a 296 milioni di euro. Il risultato netto dell’attività finanziaria è cresciuto del 12% a 82 milioni di euro per effetto dei risultati positivi del trading in conto proprio e delle cessioni dei crediti fiscali.
La raccolta globale al valore di mercato al 30 settembre 2022 si è attestata a quota 46,7 miliardi di euro, in calo del 5,1% rispetto ai 49,2 miliardi di fine 2021, principalmente per effetto della diminuzione di 4,4 miliardi di euro del valore dei corsi dei titoli, detenuti dai clienti e depositati presso le banche del gruppo, derivante dalla flessione dei mercati. Nonostante tale contesto, la raccolta diretta è cresciuta del 4,9% a 16,7 miliardi di euro e la raccolta netta globale è stata positiva, pari a 2 miliardi di euro. Gli impieghi alla clientela sono cresciuti del 7% raggiungendo i 10,4 miliardi di euro.
Positivi gli indici di qualità del credito. Il costo del rischio di credito annualizzato è sceso a 28 bps (era 49 bps nello stesso periodo dello scorso anno e 58 bps a fine 2021), l’Npl Ratio netto è diminuito al 2% (era 2,2% a fine 2021), così come l’Npl Ratio lordo pari al 3,8% (era 4,2% a fine 2021). Il tasso di copertura sui crediti deteriorati è leggermente diminuito al 49,2% (era 49,5% a fine 2021), mentre quello sulle sofferenze è sceso al 65,8% (era 67,1% a fine 2021). Il Texas Ratio è ulteriormente migliorato attestandosi al 29,4% (era 31,7% a fine 2021).

Solidità ancora in crescita

È cresciuta ulteriormente la tradizionale solidità patrimoniale del gruppo. Nel terzo trimestre, infatti, il Cet1 consolidato è risultato pari al 13,13% e il Total Capital Ratio al 14,88% (erano rispettivamente 12,28% e 14,19% a fine 2021), ampiamente superiori agli standard richiesti. Il livello dei coefficienti patrimoniali ha anche incorporato gli effetti derivanti dalla prima applicazione dei modelli interni avanzati (AIRB) sul credito, per i quali il gruppo ha ricevuto l’autorizzazione da Banca d’Italia nel mese di luglio. Positivi anche gli indicatori relativi alla liquidità: l'indice LCR del gruppo è pari al 181,2%, mentre l'indice NSFR è al 131,2% (per entrambi gli indicatori i limiti minimi previsti sono pari al 100%).

Il contributo dei differenti settori di business

Il buon andamento dei primi nove mesi è stato sostenuto da tutti i settori in cui il gruppo è impegnato. In particolare, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, la finanza e l’investment banking hanno registrato un incremento dei margini del 42%. I ricavi da servizi d’investimento e private banking, pur in presenza di forti tensioni sui mercati, sono cresciuti del 2,2% a 135 milioni di euro. La raccolta relativa al risparmio gestito e alla consulenza ha raggiunto i 20,6 miliardi di euro.

Pagamenti: +32,5% dei volumi transati

Particolarmente positivi i risultati ottenuti dai sistemi di pagamento: i volumi transati complessivi, legati ai servizi di acquiring e di issuing, sono aumentati del 32,5%, con un incremento complessivo del margine di intermediazione del 19,5% a 85,6 milioni di euro.
A ulteriore conferma della strategia di innovazione e diversificazione del gruppo, i ricavi da nuovi business, avviati a partire dal 2018, sono saliti del 15,5% a 56,6 milioni di euro, in particolare grazie ai servizi di open payment, al corporate e investment banking, alle soluzioni tecnologiche fornite a società terze e al contributo da partecipazioni in Corporate Venture Capital.
Il buon andamento del gruppo è evidenziato anche dall’indice di redditività: il Roe è pari all’11,1%. Il cost to income, pur considerando gli importanti investimenti realizzati, si è attestato al 70,8% in riduzione rispetto al 74,7% dello stesso periodo dell’anno precedente.
Nei nove mesi il numero totale dei clienti, rispetto alla fine dell’anno precedente, è cresciuto del 5,1%, a 1,2 milioni, senza considerare la fintech Hype detenuta in joint venture con illimity Bank. Il numero sale del 6,7% a 2,74 milioni tenendo conto dei clienti Hype.

Sostenibilità

Il gruppo Sella, che già nel 2021 aveva raggiunto l’importante risultato della Carbon neutrality, ha proseguito il proprio impegno nell’ambito della sostenibilità, con un’ulteriore integrazione delle tematiche Esg nella sua strategia di crescita e sviluppo. Il gruppo, in particolare, ha continuato a supportare il percorso di transizione energetica dei propri clienti, mediante iniziative specifiche come i finanziamenti a sostegno degli investimenti green. È stata inoltre ampliata l’offerta di prodotti Esg nell’ambito del wealth management ed è proseguito il sostegno alla ricerca scientifica tramite il fondo di investimento TFS iCare di Sella Sgr, che finanzia due nuovi progetti di ricerca sul cancro della Fondazione Umberto Veronesi. Tra le iniziative avviate nei territori in cui il gruppo è presente, è stata lanciata una call for ideas per il rilancio dell’economia pugliese attraverso progetti innovativi in grado di contrastare la Xylella. Sono anche continuate le iniziative di solidarietà a supporto dell’emergenza umanitaria in Ucraina con ulteriori donazioni destinate all’acquisto di ambulanze.Nell’ambito delle iniziative dedicate alle persone, il gruppo Sella - che ha ottenuto la certificazione Great Place to Work - ha raggiunto due importanti intese con le organizzazioni sindacali. È stato sottoscritto un accordo sperimentale che ha portato a 13 le giornate medie mensili di smart working e sono stati rinnovati i contratti integrativi delle società del gruppo prevedendo anche l’ampliamento del sistema dei permessi su genitorialità e assistenza alle famiglie.

I risultati di Banca Sella

Nel quadro dei risultati consolidati positivi si inserisce il buon andamento di Banca Sella, società emittente titoli diffusi. I risultati al 30 settembre 2022, approvati oggi dal Consiglio d’amministrazione della banca, infatti, si sono chiusi con un utile netto di 69,1 milioni di euro, in crescita rispetto ai 43,8 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno precedente, anche grazie ad alcune componenti e operazioni di finanza straordinaria che hanno caratterizzato i nove mesi, come le cedole sui titoli indicizzati all’inflazione e la cessione dei crediti fiscali.
Nel terzo trimestre il Cet1 della banca è risultato pari al 19,22% e il Total Capital Ratio al 21,85% (erano rispettivamente 15,88% e 19,95% a fine 2021). Il livello dei coefficienti patrimoniali ha anche incorporato gli effetti derivanti dalla prima applicazione dei modelli interni avanzati (AIRB) sul credito, per i quali la banca ha ricevuto l’autorizzazione da Banca d’Italia nel mese di luglio. Positivi anche gli indicatori relativi alla liquidità: l'indice LCR della banca è pari al 213,5%, mentre l'indice NSFR è pari al 145,3% (per entrambi gli indicatori i limiti minimi previsti sono pari al 100%).
Gli impieghi a supporto delle attività di famiglie e imprese sono aumentati del 6,3% raggiungendo i 9 miliardi di euro. Per sostenere l’economia dei territori in cui opera, contrastare gli effetti dell’aumento dell’inflazione e accompagnare i propri clienti nella transizione energetica e green, infatti, sono state avviate diverse iniziative, tra cui una moratoria sui finanziamenti in essere, accesso a nuove forme di credito per favorire gli investimenti che portano a un maggior efficientamento energetico e nuovi fondi a supporto delle aziende che intendono partecipare ai bandi del PNRR con lo scopo di incentivare l'installazione di impianti fotovoltaici.
Positivi gli indici di qualità del credito. Il costo del rischio di credito annualizzato è stato pari a 14 bps (era 31 bps nello stesso periodo dell’anno precedente e 36 bps a fine 2021). L’Npl Ratio netto della banca è sceso all’1,8% (era 2% a fine 2021), mentre l’Npl ratio lordo si è ridotto al 3,4% (era 3,8% a fine 2021). L’indice Texas Ratio è migliorato al 33% (era 36,2% a fine 2021).
La raccolta globale al valore di mercato si è attestata a quota 30,6 miliardi di euro, in calo dell’8,5% per effetto della diminuzione di 2,7 miliardi di euro del valore dei corsi dei titoli, detenuti dai clienti e depositati presso la banca, derivante dalla flessione dei mercati in conseguenza dello scenario globale. La raccolta diretta è in linea con la fine dell’anno precedente, attestandosi a 13,1 miliardi di euro (+0,1%), mentre la raccolta netta globale nei nove mesi è stata positiva, pari a 443 milioni di euro.
Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sono cresciuti il margine di intermediazione (+18,1% a 353,2 milioni di euro), il margine di interesse (+32,7% a 155,8 milioni di euro) e i ricavi netti da servizi (+7,6% a 177,9 milioni di euro). È aumentata anche la componente relativa al risultato netto dell’attività finanziaria (+20,7% a 19,5 milioni di euro per l’effetto positivo delle plusvalenze dalla vendita di titoli e dalle cessioni di crediti fiscali, mentre si registra l’impatto negativo dei crediti valutati a fair value conseguentemente all’incremento dei tassi di interesse).
 
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