Mps, negoziati interrotti tra MEF e UniCredit
di Flavio Padovan
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24 Ottobre 2021
È saltata la trattativa in esclusiva avviata da Andrea Orcel con il Ministero dell'Economia per l'acquisizione di una parte delle attività di Banca Mps. Al MEF, azionista di controllo di Siena con il 64% del capitale, il compito di trovare una strada alternativa compatibile con le richieste di Bce e Antitrust europeo
Non ci sarà UniCredit nel futuro del Monte dei Paschi. Almeno per ora. Si sono infatti interrotte le trattative in esclusiva avviate lo scorso 29 luglio dall'amministratore delegato Andrea Orcel con il Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF).Un negoziato che presentava fin dall'inizio punti critici significativi per
le condizioni poste all'operazione proprio da Orcel (leggi qui). "La base per entrare in un periodo esclusivo di due diligence e negoziazione", aveva precisato il Ceo di UniCredit, "è l’accordo con il Governo italiano su alcuni requisiti, ovvero la neutralità in termini di capitale, un accrescimento significativo dell’utile per azione, la protezione dai contenziosi legali e l’esclusione dei crediti deteriorati da qualsiasi transazione, relativamente alla potenziale acquisizione di alcun attività di Banca Monte dei Paschi di Siena".Condizioni che evidentemente non hanno trovato una risposta adeguata secondo Orcel, che ha così deciso di chiudere le trattative e concentrarsi su un Piano industriale senza Siena."Nonostante l'impegno profuso da entrambe le parti - si legge infatti in una nota congiunta appena pubblicata - UniCredit e il Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) comunicano l'interruzione dei negoziati relativi alla potenziale acquisizione di un perimetro definito di Banca Monte dei Paschi di Siena".
Non ci sono dichiarazioni ufficiali che chiariscano quali siano state le distanze che non si è riuscito a colmare in questi tre mesi di colloqui, anche se indiscrezioni non confermate indicano nell'entità dell'ulteriore dotazione patrimoniale a MPS chiesta da UniCredit al Governo come lo scoglio su cui si è fermato il progetto.
Al MEF, azionista di controllo del Monte dei Paschi con il 64% del capitale, la difficile ricerca di una strada alternativa entro il 31 dicembre 2021, termine posto dalla Commissione europea per la dismissione della partecipazione in BMPS da parte dello Stato a condizioni di mercato.
Oltre a una richiesta di proroga per l'uscita dal capitale, si rafforza l'ipotesi di uno schema stand-alone. Anche se
lo stesso ministro Daniele Franco ad agosto, davanti alle Commissioni Finanze di Camera e Senato (leggi qui), si era espresso in modo non positivo, sottolineando come "il piano di rafforzamento patrimoniale nel quale BMPS restasse un soggetto autonomo sarebbe esposto a rischi e incertezze considerevoli e avrebbe seri problemi di competitività".