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05 Novembre 2024 / 07:37
 
IoT: il 69% degli utenti teme attacchi hacker

 
Sicurezza

IoT: il 69% degli utenti teme attacchi hacker

di Mattia Schieppati - 30 Ottobre 2017
Sale la consapevolezza dei rischi legati all'Internet of Things. Ma pochi utenti si impegnano direttamente per attuare sistemi di security ...
Bellissima cosa l'Internet of Things. L'automobile che paga da sola al distributore di benzina, il frigorifero che ordina da sé latte e verdure, l'e-watch che spiega al pc del mio medico di base che, questa settimana, il mio cuore ha fatto un po' di capricci durante la consueta ora di jogging. Sono 8 miliardi e 380 milioni i dispositivi connessi oggi al mondo, secondo una stima di Gartner, con una crescita del 31% rispetto al 2016, e una progressione costante che porterà i device connessi alla quota mostruosa di quasi 21 miliardi nel 2020. Dei quali più o meno 13 miliardi nelle mani non di aziende, ma di "normali" consumatori. Ed è su questo numero che si accende la spia rossa del pericolo.
Perché tutti questi punti di connessione fino a ieri nemmeno pensabili, sono diventati oggi – oltre a strumenti al servizio di una vita più comoda e smart – anche altrettanti "punti di accesso" che aprono a eventuali malintenzionati le porte dei nostri dati più delicati e sensibili: conti correnti, abitudini d'acquisto e di comportamento, parametri medico-sanitari… Quello che sino a pochi mesi fa era un allarme lanciato dagli esperti, sta cominciando a diventare senso comune: l'IoT è un mondo che deve essere maneggiato con estrema cura, e che ogni singolo utente deve preoccuparsi di mantenere sicuro, senza usi avventati o leggerezze.
La misurazione di questa coscienza diffusa, e in crescita, viene da una rilevazione fatta da Irdeto, azienda che si occupa di sistemi di sicurezza digitali. Irdeto ha promosso una survey in 6 Paesi  (Usa, Cina, Brasile, India, Germania, UK), dalla quale emerge che il 69% degli intervistati è consapevole e preoccupato del fatto che i propri smart devices possono essere vittime di un attacco hacker (leggi qui). Una coscienza che risulta essere molto più diffusa in Brasile e India (rispettivamente, 88% e 80%), tra i Paesi messi sotto inchiesta quelli che stanno facendo registrare la crescita più esplosiva per quanto riguarda la diffusione "consumer" di device connessi. Significativo, all'interno della ricerca, soprattutto un dato: il 90% degli utenti si attende che siano le aziende produttrici a sviluppare sui singoli sistemi di sicurezza a prova di hacker. Su questo fronte, di tipo culturale, bisogna ancora molto lavorare: ovvero far sì che nel grande mondo futuro dell'IoT ciascun utente sia e si senta responsabile della sicurezza di tutti. Tenendo chiuse e controllate le proprie "porte".
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