Fiore (Auriga): Formiamo persone capaci di lavorare insieme all’IA
A cura della redazione
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5 Luglio 2024
Secondo Vincenzo Fiore, CEO di Auriga, “non si tratta solo di aggiornare le competenze tecniche ma di sviluppare un nuovo approccio e competenze trasversali che siano in sintonia con l’IA”
Vincenzo Fiore, CEO di Auriga, azienda leader nel settore di sviluppo di software per la banca omnicanale, è intervenuto al convegno “Intelligenza Artificiale: evoluzione rivoluzionaria” organizzato dall’Ufficio dei consulenti finanziari di Bari di Banca Mediolanum, con il patrocinio dell’Università di Bari e della Camera di Commercio tenutosi il 5 luglio.
È stata l’occasione per un confronto tra i rappresentanti del mondo accademico, finanziario e imprenditoriale per affrontare insieme l’impatto dell’intelligenza artificiale non solo sulle imprese tecnologiche, ma su tutta l’economia integrata e trasversale. Per parlare di un’innovazione dalle grandi prospettive ma dai tanti interrogativi, un’innovazione a cui le banche guardano con particolare attenzione, consapevoli del fatto che l’intelligenza artificiale sia una sfida e un’opportunità che nessun settore di business può ignorare.
Nel suo intervento Vincenzo Fiore si è focalizzato sull’importanza della complementarità tra tecnologia e componente umana: “Le imprese stanno sperimentando l’intelligenza artificiale su diversi fronti, per automatizzare le attività ripetitive, ridurre gli errori e migliorare il processo decisionale e ottenere così maggiore efficienza e ottimizzazione di tempi e risorse. Ma la componente umana resta imprescindibile per la sua capacità di visione, creatività, approfondimento – caratteristiche che possono essere certamente potenziate dal contributo dell’IA. Come Auriga la sfida principale che vediamo è quella relativa allo sviluppo di professioni legate all’automazione dei processi, in particolare in quei settori che fanno uso quotidiano di una grande mole di dati, e che necessitano di una formazione specializzata. In generale, però, non si tratta solo di aggiornare competenze tecniche ma di sviluppare un nuovo approccio e competenze trasversali che siano in sintonia con l’IA, per fare in modo che le persone imparino a lavorare con l’intelligenza artificiale in modi che ne valorizzino l’unicità umana e ne potenzino la professionalità. Diventa quindi cruciale il ruolo delle aziende che, insieme al mondo accademico, possono essere attori attivi di questo processo di formazione e di re-skilling delle proprie risorse, per promuovere una comprensione più profonda dell’utilizzo dell’IA in modo etico e sostenibile nei processi aziendali”.