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15 Gennaio 2025 / 09:56
 
Facebook "costringe" gli editori a buttarsi sui video

 
Fintech

Facebook "costringe" gli editori a buttarsi sui video

di Mattia, Schieppati - 15 Luglio 2016
La modifica dell'algoritmo privilegia la condivisione di contenuti multimediali rispetto ai "vecchi" articoli. Così cambia l'informazione ...
Grandi firme e approfondite analisi da quotidiano del tempo che fu, addio. A mettere una pietra tombale sul vecchio modo di fare giornalismo, basato per lo più su paginate di dotte frasi, è l'ultima analisi realizzata da NewsWhip, società che si occupa di social analytics, sulle tipologie di contenuti giornalistiti che gli utenti condividono maggiormente su Facebook, diventato ormai una grande edicola virtuale nella quale viaggiano i prodotti di vecchie e nuove media company, che volenti o nolenti sono in qualche modo costrette, se vogliono mantenere visibilità, a portare (gratuitamente) sul social network i frutti del loro lavoro.
Bene, secondo questa analisi condotta su 14 tra i principali media mondiali (tra questi, New York Times, Guardian, Huffington Post, BuzzFeed, Bbc e Cnn), emerge che i video vengono condivisi 7 volte di più di un link che rimanda a un contenuto di testo. Ogni post contenente un video viene condiviso in media 4.036 volte; stessa forza d'impatto per le immagini, che vengono condivise sei volte più che un link di testo (3.364 condivisioni). Il grafico, che rileva puntualmente testata per testata l'indice di gradimento dei contenuti postati su FB, spiega più di mille analisi sociologiche.
Questo spiega la grande corsa degli editori a contenuti video da posizionare in maniera strategica sui siti online dei loro quotidiani e da usare come teste d'ariete nella comunicazione social. L'analisi compiuta prendendo come esempio l'attività social di un media "nativo digitale" come l'Huffington Post è significativa: in un mese, la testata ha postato su FB 739 link di propri contenuti, che hanno ottenuto una media di 1.213 condivisioni. Nello stesso periodo, ha postato 412 video, che hanno sbancato con una media di 4.715 condivisioni. La metà dello sforzo, oltre 4 volte il risultato.
Dietro a questi numeri c'è anche la recente scelta di Facebook, che ha modificato il proprio algoritmo per far sì che nelle timeline degli utenti i video siano privilegiati rispetto a contenuti non multimediali: una maniera sottile ma ad alto impatto per governare, attraverso le leve della tecnologia, il tipo di contenuti che gli utenti "preferiscono", costringendo in questo modo i media a orientare le proprie scelte produttive.
 
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