Covid Generation: i ragazzi tra sogni e paure
di Elena Chiocchio
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19 Febbraio 2021
Una ricerca promossa da Flowe analizza la ricaduta della pandemia sugli under 30. Uno spaccato polarizzato: da un lato la propositività dei giovani che vogliono rendersi artefici del proprio destino, dall’altro la loro fragilità in un mondo provato dall’emergenza
A quasi un anno dall’inizio della pandemia in Italia un fatto è certo: i giovani stanno pagando a caro prezzo le restrizioni imposte dall’emergenza. Tra didattica a distanza, mascherine e distanziamento fisico e sociale i sogni dei nostri ragazzi sono rimandati al futuro. Non stupisce, in questo contesto, la fotografia che emerge da un’indagine dell’Osservatorio sulle Giovani Generazioni di Flowe, società benefit del Gruppo Bancario Mediolanum. L’80,8% dei giovani intervistati si dichiara preoccupato per il futuro del mondo, il 66,4% preoccupato per il proprio futuro e il 54,2% per il futuro della propria famiglia. 1 su 4 è scoraggiato nei confronti del mondo del lavoro, non aperto a sufficienza ai giovani e alle loro esigenze, tanto che in molti si vedono costretti ad accettare posizioni lavorative non all’altezza e ad optare per il lavoro all’estero.
Prevale tra gli intervistati un sentiment negativo, con alto pessimismo (40% rispetto al 33% di ottimismo) e paura (38,6% rispetto al 31,8% di serenità) che i ragazzi associano alla crisi economica, sanitaria e sociale derivata dalla pandemia. Impattano a livello personale i problemi economici e di lavoro (25,6%), seguiti dalla salute (15,8%) e dalle ricadute psicologiche del Covid-19 (ansia, depressione e solitudine: preoccupazione per il 10,6% dei ragazzi intervistati).Allargando lo sguardo a una sfera più generale i problemi più sentiti sono la crisi economico-finanziaria internazionale (77,1%), il peggioramento dell’economia mondiale (72,8%), la debolezza o l’assenza di relazioni e la solitudine (70,5%), la salute (61,6%) e l’ambiente (55,7%). «La crisi seguita al Covid-19», commenta Ivan Mazzoleni, ceo di Flowe, «ha comportato un incremento della sensibilità dei giovani, ancora più attenti di prima al mondo che li circonda, inteso come società, ma anche come Pianeta, tanto che è la salute dell’ecosistema una delle priorità da loro indicate».
Fortunatamente i ragazzi non sembrano disposti ad arrendersi ma avvertono il futuro come una propria responsabilità: secondo il 71,9% degli intervistati la qualità della vita che li attende dipende da sé, dalle proprie scelte e dal proprio impegno. Intervistando i ragazzi sulle prospettive a 5 anni la speranza torna ed emergere: l’ottimismo prevale sul pessimismo, così come la serenità sulla paura.Non c’è dubbio che questa esperienza lascerà il segno. Ma il sole prima o poi tornerà a splendere.