Come destino il 5 per 1000
di Giovanni Lefosse
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24 Luglio 2017
Nello studio di Banca Etica la distribuzione, le tendenze e l'impatto del 5 per mille: erogati dalla sua introduzione 3,5 miliardi a 66 mila enti. Lombardia al primo posto
Analizzare la crescita e la distribuzione territoriale del 5 per mille In Italia. Cogliere le tendenze in atto e comprenderne le implicazioni sociali, economiche e finanziarie, anche per le banche. Indagare più a fondo l'ampio e variegato mondo non profit. Si pone questi obiettivi lo studio di Banca Etica che disegna il quadro del 5 per mille, introdotto in Italia nel 2006 in via sperimentale per sostenere le organizzazioni senza scopo di lucro. Strumento che man mano è cresciuto, diventando un importante canale di adesione a un progetto sociale da parte di milioni di cittadini italiani e quindi fonte di incassi per le istituzioni private e pubbliche.
Numeri e distribuzione
Con l'aiuto dei dati dell'Agenzia delle Entrate, l'analisi evidenzia che tra 2008 e 2016 (anni fiscali 2006-2014) il meccanismo fiscale del 5 per1000 ha permesso di erogare ad organizzazioni non profit circa 3,5 miliardi di euro (una media annua di 386 milioni). Gli enti beneficiari sono stati 66.315 (una media annua di 37mila). Le preferenze espresse nelle Dichiarazione dei redditi sono state in tutto pari a 109 milioni, con una media annua di 12 milioni di «donatori».
La grande maggioranza delle erogazioni, oltre 2 miliardi di euro, riguardano la Lombardia (1,3 miliardi, il 38% del totale) e il Lazio (circa 700 milioni, il 20%), che insieme raccolgono quasi il 60% dell'intero valore distribuito nei 9 anni. Seguono l'Emilia Romagna e il Piemonte col 6%. La Lombardia è anche la regione con il maggior numero di beneficiari, più di diecimila per l'anno fiscale del 2014, circa in 20% del totale nazionale, che ammonta per lo stesso periodo a 51 mila. Molto distanti le regioni che seguono, con Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Lazio tra i 4 e i 5 mila.
Da osservare la riduzione progressiva nel tempo e in tutte le regioni dei valori medi, che a livello Italia passano da 11.325 (nel 2006) a 9.518 euro (nel 2014). Ciò è il risultato di un significativo aumento degli enti beneficiari, che passano dai 29.840 del 2006 ai 51.321 del 2014.
Circa il numero dei donatori, ossia i contribuenti che per ogni annualità hanno deciso di versare il 5 per 1000 a un ente tra quelli presenti nell'elenco dell'Agenzia delle Entrate, l'ultimo periodo ha fatto registrare oltre 14 milioni di contribuenti, con una media annua nei 9 anni esaminati di 12 milioni, e una crescita totale, tra 2006 e 2014, pari al 38%.
Il valore medio della donazione ammonta, nei nove anni, a 32 euro a livello nazionale, con una crescita tra 2006 e 2014 pari al 5%. Al prima posto ancora la Lombardia con il più alto valore di importo medio erogato per donatore, pari a 39 euro, seppur con una tendenza in calo nel tempo.
Una fotografia del terzo settore
L'analisi di Banca Etica si è indirizzata anche verso la riclassificazione del terzo settore, universo molto ampio ed eterogeneo, raggruppando gli enti nelle seguenti 5 categorie:
- volontariato e altre associazioni, operanti nei più diversi settori (ambiente, solidarietà internazionale, cultura, ecc.), con esclusione di quelle sportive. Costituiscono il principale target del 5per1000, con il 56% degli enti e il 53% degli importi erogati nei nove anni (1,8 miliardi di euro);
- associazioni sportive dilettantistiche: componente numericamente significativa con specificità organizzative;
- cooperative sociali, con ambiti di intervento legati ai servizi socio-assistenziali e al reinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati e con una forte interdipendenza con l'ambito del welfare e la PA. Sia questa categoria sia le associazioni sportive sono numericamente molto presenti (entrambe con il 13% degli enti), ma assai meno e?caci nell'intercettare risorse (rispettivamente l'1% e il 4% del totale);
- fondazioni: con alcune sottocategorie, quali quelle specializzate nella ricerca sanitaria, o nella ricerca scientifica, o collegata al sistema del Ministero dei Beni Culturali. Interessante notare come le fondazioni, pur rappresentando poco più del 4%, raccolgono il 36% delle risorse (il 26% solo per la ricerca sanitaria);
- comuni e pro loco, con una quota abbastanza marginale: rappresentano il 13% degli enti, con raccolta che non supera il 3% delle risorse assegnate.
Il 5per1000 e le banche
Quanto tempo intercorre tra la scelta e l'erogazione dei soldi alle organizzazioni beneficiarie? In media, negli ultimi anni, il processo ha richiesto tra i 18 e i 24 mesi, con una tendenziale riduzione dei tempi, che ultimamente si stanno spostando verso i 12 mesi. Ciò significa che, relativamente ai redditi dell'anno X, la cui dichiarazione viene compilata nell'anno (X+1), l'erogazione arriverà nei 12 mesi successivi, ossia nell'anno (X+2).
È nato così un mercato del credito del 5per1000, con due strumenti principali:
- credito in forma di anticipazione del contributo approvato e in corso di erogazione: in questo caso la banca anticipa all'ente in (X+2), sulla base del dato certo relativo all'importo da destinare, una quota tra l'80 e il 100%, per i mesi necessari all'Agenzia delle entrate per la liquidazione;
- credito in forma di fido, collegato all'importo medio ricevuto dall'ente negli ultimi anni: in questo caso il grado di rischio è maggiore per l'intermediario finanziario ma è anche più significativa la facility per l'ente, che può con maggiore tempo a disposizione ed elasticità di utilizzo disporre delle risorse finanziarie.
Interessante è l'analisi dei flussi canalizzati sulle banche: il 27% degli enti canalizzano il 56% delle risorse complessive su sole 7 banche (tra cui Poste). Banca Etica si colloca al terzo posto (subito dopo le 2 grandi banche italiane), con circa 1000 clienti che hanno canalizzato 160 milioni di euro con il proprio 5per1000.