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03 Gennaio 2025 / 07:10
 
A luglio rallentano mutui e prestiti

 
Credito

A luglio rallentano mutui e prestiti

di Flavio Padovan - 10 Agosto 2019
 
Le richieste di credito da parte delle famiglie segnano il passo: nel mese appena terminato Eurisc di Crif ha registrato il numero più basso di interrogazioni dall'inizio dell'anno. Mutui e surroghe in calo dell'8% rispetto a luglio 2018
L'incertezza frena gli italiani nella richiesta di credito. Secondo l'analisi delle interrogazioni registrate su Eurisc - il Sistema di Informazioni Creditizie gestito da Crif che raccoglie i dati relativi a oltre 85 milioni di posizioni – a luglio si è avuto il numero di interrogazioni più contenuto in termini assoluti dall’inizio dell’anno. E questo sia per quanto riguarda i mutui sia per i prestiti, nell’aggregato di prestiti personali e prestiti finalizzati.
Se il confronto con il corrispondente mese del 2018 vede una variazione positiva per i prestiti, dovuto anche allo stallo che il comparto aveva fatto segnare rispetto agli anni precedenti, relativamente alle richieste di mutui e surroghe si rileva, invece, un ulteriore calo del -8,0%. Dopo alcuni anni caratterizzati da una crescita sostenuta, al marcato ridimensionamento di surroghe e sostituzioni si accompagna infatti un rallentamento delle richieste di nuovi mutui di acquisto.
Secondo l'analisi di Crif, è paradossale che questo rallentamento della domanda di prestiti e mutui avvenga proprio quando il lungo e faticoso percorso compiuto negli ultimi anni per riportare gli indicatori di rischio sui livelli pre-crisi ha prodotto i suoi effetti.
Grazie alle politiche monetarie accomodanti – spiega una nota - dopo la pesante crisi del decennio scorso, nell’ultima rilevazione relativa al I trimestre 2019 il tasso di default (ovvero l’indice di rischio di credito di tipo dinamico che misura le nuove sofferenze e i ritardi di 3 o più rate nell’ultimo anno di rilevazione) del credito al dettaglio (quindi mutui immobiliari e credito al consumo) è ulteriormente sceso arrivando ad attestarsi all’1,7%. Nello specifico, per i mutui immobiliari il tasso di default si è attestato all’1,3%, addirittura al di sotto del livello pre-crisi.
Che cosa frena la fiducia delle famiglie, allora? Secondo l'analisi di Crif tra i fattori in grado di sostenere la propensione a richiedere credito c'è la concreta possibilità di vederselo erogato, pur avendo “le carte in regola” per ottenerlo. Di qui l'importanza fondamentale di disporre di informazioni ampie sull’affidabilità del richiedente e sulla sostenibilità del finanziamento rispetto al budget familiare.
Per Enrico Lodi, Direttore Generale di Crif, “ogni misura tesa ad ampliare la disponibilità delle informazioni utilizzate da banche e finanziarie per la valutazione della rischiosità e del livello di indebitamento complessivo dei richiedenti credito è utile a sostenere più favorevoli politiche di erogazione del credito a famiglie e imprese”. Al contrario, continua Lodi, “la disponibilità di informazioni con una minore profondità induce gli istituti di credito a ridurre la propria attitudine a erogare e a cautelarsi appesantendo le condizioni di offerta praticate. Il risultato è che un più difficile discernimento di probabilità di insolvenza differenti penalizza proprio i pagatori regolari che, è bene sottolinearlo, rappresentano ben oltre il 90% dei soggetti censiti nei SIC”.
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