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31 Ottobre 2024 / 02:18
 
Riparte il credito

 
Credito

Riparte il credito

di Flavio Padovan - 20 Maggio 2020
Importanti segnali di recupero dai dati di Crif: nella settimana dal 4 al 10 maggio il volume delle richieste è risalito al 92% di quello pre-lockdown
Ricomincia a camminare il mondo del credito. La buona notizia arriva da Crif che, basandosi su dati reali, quelli di EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie che gestisce, ha registrato i primi segnali di ripresa del numero di richieste di credito presentate dalle famiglie dopo la brusca caduta registrata a seguito del lockdown.
Prendendo come valore di riferimento (100%) la settimana compresa tra il 9 e il 15 marzo scorso, che ancora beneficiava delle istruttorie imbastite nelle settimane precedenti, il picco negativo è stato registrato nelle due settimane comprese tra il 23 marzo e il 5 aprile, quando i volumi si sono attestati intorno alla metà di quelli pre-lockdown. Dalla settimana successiva è iniziato un percorso di progressivo recupero, seppur con intensità differenti a seconda delle diverse forme tecniche considerate nell’analisi di Crif, per arrivare nella settimana compresa tra il 4 e il 10 maggio a volumi di richieste pari al 92% di quelli pre-lockdown.
“L’andamento delle richieste di credito da parte delle famiglie mostra inequivocabili segnali di ripresa dopo la fase di lockdown, a conferma che gli italiani hanno parzialmente posticipato alcuni progetti di spesa sostenuti da un finanziamento a causa del blocco delle attività ma che, con la riapertura, il Paese sta progressivamente ripartendo”, commenta Antonio Deledda, Direttore del Credit Bureau di Crif. “Ora è però fondamentale – continua Deledda - che le aziende siano messe nella condizione di soddisfare questa domanda, fondamentale per il rilancio dell’economia, senza modificare la loro attitudine a erogare o appesantendo le condizioni di offerta ad esempio attraverso la richiesta garanzie accessorie”.
La dinamica registrata non è però omogenea e mostra accentuazioni differenti sia per quanto riguarda l’entità del ridimensionamento delle richieste sia la velocità di recupero.

Mutui immobiliari in recupero

Dopo il dimezzamento delle richieste registrata nella 13^ e 14^ settimana dell’anno, quando i volumi si sono attestati rispettivamente al 49% e al 51% rispetto a quelli che si registravano prima del lockdown, dal 6 aprile è iniziato un percorso di costante seppur lento recupero. Nelle ultime 3 settimane di osservazione i volumi si sono stabilizzati intorno al 76% di quelli abituali.

Prestiti personali i più colpiti

Sono quelli che hanno risentito maggiormente dell'emergenza Covid-19. L’andamento delle richieste mostra una debolezza più prolungata che perdura sostanzialmente fino alla settimana iniziata il 4 maggio, in cui è evidente il cambio di passo che riporta i volumi al 66% di quelli precedenti al lockdown.

Il rimbalzo dei finalizzati

Dinamica molto diversa è quella fatta registrare dai prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi (quali auto, moto, arredamento, elettronica, elettrodomestici, ecc.). Sono stati quelli che hanno risentito maggiormente della chiusura degli esercizi commerciali, arrivando per alcune settimane ad assestarsi a un terzo dei volumi pre-lockdown. Ma sono anche quelli che hanno mostrato un più deciso recupero, al punto che nell’ultima settimana di osservazione i volumi risultano significativamente superiori a quelli della settimana indice, assestandosi al 116%. Un andamento che gli analisti di Crif spiegano nella scelta delle famiglie italiane di posticipare gli acquisti durante la fase di maggior incertezza e di impossibilità fisica di effettuarli se non attraverso il canale online. Famiglie che però ora stanno tornando ad attivarsi con decisione sul fronte dei consumi, anche nella componente dei beni durevoli, sostenuti da un finanziamento.

Finanziamenti per auto a lungo bloccati

Nell’ambito dei prestiti finalizzati, un andamento particolare è stato registrato da quelli presentati alle società finanziarie specializzate per sostenere l’acquisto di un’auto. Durante il lockdown le richieste sono letteralmente crollate e per ben 7 settimane sono rimaste stabilmente al di sotto del 20% dei volumi che si registravano prima del blocco. Del resto, sottolineano gli analisti di Crif, in questa fase il mercato auto ha visto una drammatica contrazione delle immatricolazioni, pari a -85,4% nel mese di marzo e -97,5% ad aprile. Nell’ultima settimana di osservazione, però si registra però una ripresa robusta che riporta i volumi fino al 78% di quelli presi a riferimento.

Ripartono le carte di credito

Segnali incoraggianti arrivano anche dal fronte delle richieste di carte di credito che, dopo una naturale flessione perdurata alcune settimane, a partire dalla metà di aprile hanno intrapreso un percorso di deciso rientro verso la normalità. Nella settimana compresa tra il 4 e il 10 maggio i volumi di richieste sono risultati pari al 93% di quelli pre-lockdown.

Fidi oltre il lockdown

Tra tutte le forme tecniche di credito alle famiglie considerate nell’analisi di Crif, le richieste di fidi risulta la tipologia che ha meno risentito degli impatti dell’emergenza Coronavirus. Già nelle settimane immediatamente successive al lockdown era riuscita a contenere la flessione e nell'ultima settimana di analisi ha raggiunto livelli addirittura superiori a quelli precendenti il blocco, assestandosi al 105%.

L'importanza del Sic

Per dare concretezza alle misure per la liquidità decise dal Governo, un fattore determinante sono le informazioni sul merito creditizio. “Considerando che le erogazioni di credito vengono accordate dagli istituti anche grazie alle informazioni contenute nei SIC – sottolinea Deledda - siamo chiamati a svolgere un ruolo ancora più importante. Senza la disponibilità di dati completi e aggiornati sulla storia creditizia dei richiedenti si stima che l’entità dei finanziamenti che non verrebbero erogati sarebbe pari a circa 30 miliardi di euro per i mutui e a 12 miliardi per i soli prestiti personali. Inficiando lo sforzo che l’intero Paese dovrà affrontare per far ripartire l’economia”.
 
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