Primaton: il futuro? far dialogare le tecnologie
A cura della redazione
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5 Novembre 2025
Il futuro del settore sarà nella connessione intelligente tra ecosistemi capaci di semplificare la complessità dice a Bancaforte Giorgio Girgis, Director - CFO Services Digitization di Primaton, intervistato in occasione del Salone dei Pagamenti 2025. Ecco uno sguardo sugli sviluppi possibili dell'innovazione e le soluzioni che l'azienda sta introducendo.
Dottor Girgis, quali sono oggi i principali bisogni che emergono dalle imprese di questo mercato e che ancora necessitano di risposte in termini di servizi e prodotti?
Negli ultimi anni le imprese hanno compiuto un grande salto verso la digitalizzazione, ma la sfida oggi non è più "avere" nuovi strumenti: è farli dialogare. I processi finanziari e amministrativi sono ancora troppo frammentati tra ERP, home banking, portali istituzionali e sistemi interni. Il bisogno reale è di interoperabilità, per gestire in un unico ambiente i flussi informativi, documentali e decisionali. Un ulteriore ambito di crescita riguarda i flussi internazionali e infragruppo, dove molte aziende faticano a disporre di soluzioni integrate per la riconciliazione automatica, la compliance e la pianificazione finanziaria consolidata. In questo scenario l'intelligenza artificiale diventa la leva chiave: può generare e analizzare automaticamente documenti, previsioni e audit trail, riconciliare incassi e pagamenti, fino ad abilitare forme di revisione contabile automatizzata e predittiva. Il futuro del settore non sarà nella moltiplicazione di nuove piattaforme, ma nella connessione intelligente tra ecosistemi capaci di semplificare la complessità.
L'IA è una tecnologia che sta rivoluzionando tutti gli ambiti. Rispetto al settore bancario e finanziario, quali sono le applicazioni su cui voi state lavorando e con quali risultati?
Le applicazioni su cui stiamo lavorando rispondono a un obiettivo chiaro: trasformare la complessità in semplicità operativa e sicurezza decisionale. L'AI è già pienamente operativa nei processi amministrativo-contabili, dove automatizza riconciliazioni, registrazioni e controlli riducendo tempi e margini d'errore in modo drastico. Parallelamente stiamo evolvendo le suite di pagamento e di analisi finanziaria, dove l'intelligenza artificiale analizza pattern di spesa, individua anomalie, anticipa rischi di frode e genera insight predittivi in tempo reale. Il nostro approccio non sostituisce le persone, ma le potenzia: forniamo strumenti che dialogano con i sistemi già in uso, aumentando l'efficienza e liberando risorse per attività a più alto valore strategico. L'innovazione, così, diventa una leva di competitività concreta e sostenibile.
Le aziende del mercato italiano sono pronte a implementare queste innovazioni o ci sono ancora delle barriere di skill o culturali che frenano l'innovazione? E come le si supera?
Le imprese italiane sono oggi curiose, più consapevoli e più pronte ad adottare tecnologie che migliorano efficienza, precisione e capacità decisionale. L'AI, soprattutto nei processi finanziari, non è più percepita come un esperimento ma come un vantaggio competitivo. Le barriere principali restano culturali e organizzative: abitudini consolidate, resistenze interne e timori di sostituzione. Si superano con progetti concreti, affiancamento operativo e una comunicazione trasparente sui benefici reali: meno attività ripetitive, più tempo per l'analisi e maggiore controllo dei dati. Le nostre soluzioni nascono proprio per questo: scalabili, personalizzabili e subito operative, con risultati misurabili in tempi rapidi. Quando la tecnologia diventa intuitiva e i benefici tangibili, l'innovazione smette di fare paura e diventa parte naturale del modo di lavorare.