Non chiamatelo world wide web
di Mattia Schieppati
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14 Settembre 2016
Nel mondo 53 persone su 100 non possono accedere al web. Si allarga il digital divide che allontana l'Africa dal resto del mondo ...
Risultato? Ancora il 53% della popolazione mondiale non ha la possibilità di connettersi al web, e il digital divide tra regioni ricche (e connesse) e regioni povere (e tagliate fuori dalla rete) non pare prossimo a colmarsi. La porzione di continente dove in media l'accesso è più facile è l'Europa, dove la rete è a disposizione di poco più del 79% della popolazione. Alle spalle del Vecchio Continente si piazzano i paesi del blocco ex sovietico che compongono il Commonwealth of Independent States (66,6%) e le Americhe (65%). Giù dal podio le regioni asiatiche e pacifiche e gli Stati arabi, con percentuali d'accesso pressochè identiche, pari rispettivamente al 41,9% e al 41.6%. Fanalino di coda i paesi africani, dove ha accesso solo un quarto della popolazione (25%).
Dato interessante quello che misura lo sviluppo dell'Internet of Things, che si basa su un calcolo che mette in rapporto il numero di connessioni da smartphone con il numero di connessioni machine-to-machine (M2M), ovvero la comunicazione tra "cose" che compone appunto la base dell'IoT. Assolutamente fuori classifica, perché ha un rapporto da far impallidire il mondo intero, è la Svezia, paese dove ci sono 50 connessioni M2M ogni 100 connessioni da smartphone. Al secondo posto, staccatissima, la Nuova Zelanda, dove il rapporto è 19 su 100. La media mondiale è di 22, in Italia siamo a 7 su 100.