Il mondo senza contante
di Mattia Schieppati
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1 Febbraio 2018
Il New York Times fotografa lo stato di avanzamento lavori globale sul tema della cashless society. Il futuro va dalla Scandinavia al Kenya
La Svezia, si sa. Ma anche, con una percentuale altissima, anche il Kenya. E, agli antipodi l'uno dall'altro, due nazioni-continente come l'Australia e il Canada. Un'infografica molto interessante, e subito impattante quella proposta dal New York Times
a supporto di un approfondimento sulla diffusione dei pagamenti non-cash nel mondo. Provocatoria la domanda che fa da titolo all'articolo "Il contante scomparirà?", ma ponderata la risposta. Ovvero, dice il quotidiano americano, ipotizzare che a breve monete e banconote scompaiano in tutto il mondo è utopia, ma è indubbio che la competizione tra il contante e i metodi di pagamento elettronico è ormai entrata nel vivo: la diffusione dei pagamenti elettronici cresce e crescerà a una media del 10,9% a livello globale dal 2015 al 2020, con picchi a livello regionale che possono far intravedere quello che sarà il futuro senza contante.
Picchi che riguardano, per l'Europa, i Paesi Scandinavi, dove le stesse banche centrali sono promotrici della cashless society. Ma anche l'Africa ha voce in capitolo: il caso del Kenya (ma anche dell'Uganda), dove l'operatore Safaricom ha lanciato anni fa il sistema di pagamento mobile-only M-Pesa, ha rappresentato un modello scuola, e un interessante esempio del passaggio da un'economia basata sul baratto di beni primari a un'economia fondata sul digital payment. Salto di civiltà anche per la Cina, dove la "fase di mezzo" del contante è stata saltata a pié pari, e grandi colossi del pagamento digitale come Alibaba e TenCent si sono radicati su una società ancora fondamentalmente agricola.