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27 Luglio 2024 / 01:04
 
Ibm porta le banche nel cloud

 
Fintech

Ibm porta le banche nel cloud

di Mattia Schieppati - 6 Dicembre 2019
Forte dell’esperienza pioniera con Bank of America, Big Blue porta anche sul mercato italiano la proposta di un cloud pubblico “ready” per il mondo delle aziende finanziarie, bancarie e assicurative. Il meglio delle expertise, da Red Hat a Promontory, per offrire una soluzione che apra alle banche anche nuove opportunità di business
I binari sui quali si muove questa sfida sono definiti e devono necessariamente viaggiare in parallelo: offrire tutti i vantaggi del mondo cloud, preservando (e anzi rafforzando) i requisiti di sicurezza e di fiducia che contraddistinguono il mondo delle banche. È partendo da questi presupposti che Ibm inizia a diffondere anche sul mercato italiano il verbo del public cloud destinato al settore dei servizi finanziari, «un nuovo paradigma di servizio», spiega Stefano Rebattoni, Vice President Enterprise Sales IBM Italia, «che risponde alla necessità delle banche, oggi, di ripensarsi come piattaforma digitale di servizi finanziari, integrando soluzioni che rispondano alle esigenze mutate dei clienti, ma anche utilizzare al meglio quei contenuti informativi che costituiscono la vera e preziosa currency del settore bancario, attraverso le tecnologie esponenziali: intelligenza artificiale, cognitive computing, blockchain».
Un progetto che poggia sull’esperienza concreta realizzata sul mercato statunitense da Ibm insieme a Bank of America, primo “cliente” ad aver scelto di portare sul cloud di Big Blue le applicazioni e carichi di lavoro chiave per supportare i requisiti e le aspettative di privacy e sicurezza dei suoi 66 milioni di clienti.

Le competenze in campo

Il cloud pubblico “ready” per i servizi finanziari si basa su quello pubblico di Ibm, che utilizza Red Hat OpenShift come ambiente Kubernetes primario per gestire software containerizzato, e include più di 190 Api e servizi PaaS (Platform as a Service) nativi per lo sviluppo in cloud di nuove e più efficienti applicazioni. Una soluzione che accoglie e valorizza la nuova frontiera dell’open banking.
Il progetto si basa sull'esperienza maturata nei settori tecnologici e dei servizi finanziari acquisita attraverso le relazioni di Ibm con 47 delle 50 aziende Fortune e le 10 maggiori istituzioni finanziarie del mondo. Determinante, data la complessità specifica del settore dal punto di vista normativo, il know-how messo a disposizione da Promontory, unità di business di Ibm, specializzata nella consulenza sulla conformità normativa dei servizi finanziari, che garantisce un’aderenza e un continuo aggiornamento alle necessità di compliance.
«Quella messa a punto è a oggi l'unica piattaforma di cloud pubblico specifica per il settore in grado di fornire controlli, preventivi e compensativi, per i carichi di lavoro normativi dei servizi finanziari, supporto multi-architetturale e sicurezza proattiva e automatizzata, avvalendosi dei più alti livelli di certificazione di crittografia disponibili. Il cloud pubblico può consentire ai fornitori indipendenti di software (Isv) e di Ssas (Software as a Service) - dai più piccoli Fintech ai fornitori più affermati - di concentrarsi sulle loro soluzioni e servizi offerti alle istituzioni finanziarie beneficiando dei controlli realizzati dalla piattaforma», spiegano da Ibm.

Un percorso, non un salto

Come sottolinea Alessandro La Volpe, vice president Ibm Cloud, responsabile del business Cloud, Intelligenza Artificiale e Software in Italia, è una proposta che risponde a tanti dei fattori cruciali con i quali le banche sono chiamate a confrontarsi oggi, in questa fase di profonda trasformazione: «c’è un tema di mercato, dato dalle attese dei clienti; un tema di competitività, con l’affacciarsi sulla scena dei servizi finanziari della galassia Fintech, da un lato, e delle Big Tech, dall’altro; c’è un tema di aderenza alla regolamentazione, con la Psd2; c’è un tema di sostenibilità che riguarda l’intera industry bancaria, che vive una riduzione dei margini di ricavo, da un lato, e cerca di ridurre i costi operativi dall’altro; e c’è infine, ma solo in ultimo, un tema di tecnologia fruibile, di clienti che sono alla ricerca di nuove modalità di fruizione, sempre più rispondenti alle loro specifiche esigenze. Quel che è importante comprendere, è che con questa nuova proposta Ibm mette sì sul piatto la tecnologia, ma soprattutto una storia fatta di competenza, di affidabilità, di sicurezza, di resilienza». Specifica Rebattoni: «Quello verso il cloud, per le banche così come per le altre aziende che ci scelgono, non è un salto, ma è un percorso che parte dall’analisi della situazione as is e passa attraverso le tappe della scelta, della costruzione della risposta in base alle esigenze, dell’affiancamento nella gestione. Non ci proponiamo mai come fornitori, ma piuttosto come partner di un percorso». Testa tra le nuvole, insomma, ma sempre con i piedi ben piantati per terra.
 
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