Cybersecurity, l'83% dei consumatori si fida delle difese delle banche
di Paola Fabi
-
22 Febbraio 2017
I clienti che credono nella sicurezza informatica dei siti di e-commerce sono solo il 28%. Indice di fiducia ancora più basso per le società di telecomunicazione e i retailer, fermi al 13% secondo un report di Capgemini
I clienti credono nella sicurezza informatica delle banche e delle assicurazioni. Un livello di fiducia che arriva addirittura all'83% rispetto al 28% dei siti di e-commerce e al 13% delle aziende di telecomunicazioni e retail. Sono questi i dati di un report diffuso nei giorni scorsi dal Digital Transformation Institute di Capgemini.
La riservatezza dei dati, oltre alla cybersecurity, sono i fattori che determinano la differenza e la scelta dell'istituto bancario, secondo il 65% dei consumatori che tendono anche a fidarsi delle banche e delle assicurazioni malgrado le notizie di attacchi informatici. Solo il 3% dei clienti, infatti, crede veramente che la propria banca abbia mai subito violazioni da parte di malviventi. Una fiducia che comunque trova una sponda da parte degli istituti di credito che stanno investendo molte risorse nella protezione dei propri sistemi informatici.
Un ottimismo che secondo l'indagine di Capgemini - non è pienamente condiviso da chi opera all'interno delle banche: solo un executive su cinque ha completa fiducia nella propria capacità di rilevare violazioni.
Un problema in più lo porrà l'entrata in vigore, a maggio del prossimo anno, del regolamento europeo General Data Protection Regulation (GDPR), che obbligherà le aziende - dell'Ue e non - che trattano dati personali di cittadini europei a rivelare i casi di violazione dei dati entro 72 ore dalla scoperta per non incorrere in forti sanzioni. Solo un terzo (32%) degli executive intervistati afferma che la propria organizzazione ha già compiuto importanti passi avanti nell'implementazione delle linee guida iniziali.
Ma in caso di violazione dei dati quale sarebbe la reazione dei clienti? Il 74% dei consumatori, secondo i dati di Capgemini, cambierebbe fornitore di servizi finanziari. Ma anche tra chi resterebbe fedele, un quarto sarebbe molto più prudente nel considerare ulteriori investimenti.