Come accelerare nel nuovo paradigma open finance e sostenibile
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19 Novembre 2021
Per Silvia Ghielmetti, DG CRIF, il mercato finanziario sta assorbendo le innovazioni tecnologiche, ma con percorsi meno immediati di quelli attesi. Necessario puntare su un modello “user centric” e sulla collaborazione con i player fintech rendendo effettivo il concetto di ecosistema
Al Salone dei Pagamenti 2021 gli esperti CRIF hanno contribuito con analisi ed esperienze sulle direttrici del cambiamento nel mercato tra PSD2, accelerazione digitale e fattori ESG: customer centricity e trend nell’open finance, sostenibilità, buy now pay later e digital compliance KYC. Bancaforte ha incontrato Silvia Ghielmetti, Direttore Generale di CRIF, tra i protagonisti della sessione plenaria su Innovazione e Sostenibilità, per approfondire alcuni dei temi affrontati.
Dottoressa Ghielmetti, quali sono gli elementi chiave per cogliere le nuove opportunità dell’open business? A che punto siamo?
I processi di innovazione tecnologica che stanno investendo il mercato finanziario si stanno concretizzando, anche se con percorsi meno immediati di quelli attesi. Ad esempio per l’open banking, a due anni dall’adozione della PSD2, grazie all’esperienza con una ventina di clienti, possiamo trarre le prime conclusioni: il fattore più importante perché un’applicazione di open banking abbia successo è accompagnare il cliente - sia persona che impresa - con un processo il più possibile spiegato e semplice. Con un modello “user centric”, ovvero disegnato attorno al cliente finale. L’innovazione richiede e ha richiesto tempo per fare un processo di “test & learn”; chi lo ha già fatto si è trovato davanti a risultati molto interessanti, ad esempio nell’erogazione del credito che abbiamo visto anche raddoppiare in alcuni casi. Si è lavorato e si deve puntare molto nel semplificare e ottimizzare la user experience per cogliere appieno queste nuove opportunità. Inoltre, il rapporto tra sistema bancario e player fintech sta evolvendo anche nella direzione di rendere effettivo il concetto di ecosistema e integrare nella propria “value proposition” elementi di valore che arrivano da parte di terzi, allargando l’offerta dei servizi. C’è la consapevolezza che la banca debba mantenere o riappropriarsi di un ruolo centrale nel rapporto col cliente. Le banche stanno ragionando su partnership mirate alla costruzione di nuovi percorsi tematici, per integrare diversi servizi - ad esempio intorno al tema casa, sicurezza, crescita del business - e per farlo servono nuove competenze, ad esempio di marketing digitale in logica ecommerce.
Quali sono gli acceleratori del cambiamento verso nuovi modelli di business open e sostenibili e che supporto dà CRIF ai player finanziari?
Per rendere più facile, veloce e competitiva l’innovazione sostenibile mettiamo a disposizione i nostri acceleratori e le nostre piattaforme digitali. Innanzitutto come data driven company, facendo leva su nuovi dati: ad esempio i dati di PSD2, o quelli di “digital footprint” (per l’interpretazione dei comportamenti digitali dei clienti), ma anche indicatori di AI per la qualificazione delle imprese sulle nuove dimensioni ESG.
Negli ultimi 3 anni, tramite la piattaforma CRIF.Digital, CRIF ha sviluppato una serie di componenti e moduli di servizio per abilitare dei veri modelli di open business e di digital transformation, acquisendo clienti ed esperienze importanti.
Inoltre supportiamo i player nel disegnare e realizzare un processo realmente “user centric” e nell’implementare un customer journey “fully digital” tramite tecnologie di avanguardia - native cloud - che assicurano rapidità di tempi e competitività di costi. CRIF sta infatti affiancando concretamente i player finanziari in questo cambio di paradigma che porta a costruire ecosistemi di offerta e customer journey tematici. Abbiamo ad esempio lanciato le nuove soluzioni end-to-end di Digital Lending e di Digital Marketplace.
Per quanto riguarda l’altro grande driver della sostenibilità e dei temi ESG, tra i vari fronti, CRIF ha lavorato e sta lavorando per rispondere al fortissimo bisogno di dati che consentano alle banche di avere una profilazione e conoscenza su tutto l’universo delle imprese. Abbiamo quindi lavorato in tre direzioni: con l’agenzia di rating abbiamo individuato la giusta metodologia di assessment per i settori; abbiamo lanciato un portale – non solo italiano ma globale – per raccogliere direttamente dalle imprese una serie di informazioni qualitative specifiche; abbiamo costruito un patrimonio informativo e di analytics per assegnare a ogni impresa una serie indicatori legata ai fattori ESG. Su questo fronte abbiamo vinto recentemente insieme a RED il G20 TechSprint, competizione internazionale lanciata da Banca d’Italia e Banca dei regolamenti internazionali. CRIF e RED hanno infatti ottenuto il prestigioso riconoscimento nella categoria “Analisi e valutazione dei rischi di transizione e dei rischi fisici legati al clima” per la soluzione Climate Risk Analytics Suite, con un modello che consente di stimare per ciascuna impresa l’impatto del rischio climatico sul bilancio e sulla probabilità di default.