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14 Novembre 2024 / 08:02
 
Banche, pensare come Google?

 
Fintech

Banche, pensare come Google?

- 9 Maggio 2017
Bancaria ha pubblicato un approfondimento sul «cambiamento culturale» che deve accompagnare l'evoluzione digitale in atto ...
La rivoluzione tecnologica in banca, più che dalle app o dai device, deve partire dalla testa di chi in banca ci lavora, a tutti i livelli. Non diventare come Google, inseguendo una potenza di innovazione tecnologica che è oggettivamente fuori portata, ma piuttosto imparare a «pensare come Google», ovvero attraverso processi orizzontali, aggregazioni e disaggregazioni temporanee, rottura di schemi consolidati e capacità di valorizzare le competenze e i "plus" a seconda degli scopi. Mettendo al centro, come dominus assoluto, il cliente e le sue esigenze. La provocazione che viene dal mondo del digital, e riguarda profondamente le banche, è al centro di un articolo pubblicato sul numero di Bancaria di marzo, che prende spunto dagli stimoli lanciati dall'ultimo Global Banking Annual Review di McKinsey dal titolo "A Brave New World for Global Banking".
Un'analisi ad ampio raggio sull'impatto del digital rispetto al ruolo e al valore intrinseco della banca da qui al 2020. Il gioco di equilibrio in atto tra banche tradizionali e nuove realtà del Fintech si svilupperà secondo un processo evolutivo (di cooperazione tra i due mondi) o porterà a una rivoluzione, ovvero a un cambio di paradigma disruptive che vedrà le aziende del digital alla guida del cambiamento, e le banche in posizione subalterna e via via sempre più marginale?
Al di là della capacità di aggiornamento dei processi, dei servizi, delle proposte commerciali, per tenere saldo in mano il pallino del cambiamento le banche dovranno cominciare a modificare la propria mentalità di approccio al business. Come spiega Silvio Angius, partner di McKinsey, a Bancaria, per fare il salto di qualità «non si tratta solo di investire sull'Information Technology e sull'informatizzazione dei processi: questo è – tutto sommato – un compito semplice, per il quale è sufficiente che il management abbia una chiara strategia di sviluppo e scelga di investire risorse adeguate nell'IT. Promuovere un cambiamento culturale, soprattutto in organizzazioni complesse con strutture e processi altamente burocratizzati, è molto più difficile. Accompagnare il rinnovamento delle skills dei propri dipendenti, e avere la necessità di farlo in tempi ridotti, impone un percorso più delicato, e rappresenta la sfida principale che dovranno affrontare le banche, soprattutto quelle italiane». Come? «Creando una cultura del cambiamento che sia motivante, con una visione e valori condivisi. Tutte le banche hanno al proprio interno una cultura fondamentalmente competitiva, ma le banche più sane sono quelle che scommettono sull'engagement dei collaboratori, sullo sviluppo dei talenti, sul sostegno all'innovazione bottom-up, alla creatività e all'imprenditorialità di ogni singolo dipendente», osserva McKinsey.
Primo passo, andare oltre la tipica strutturazione dei processi per silos organizzativi, ovvero per aree a struttura verticali. La specializzazione delle competenze e delle attività è un grande valore, spiegano da McKinsey, ma nel "nuovo mondo" in cui le banche si trovano a vivere questo si traduce in ritardi nella catena decisionale e nello sviluppo di prodotti che spingono le aziende in vicoli ciechi progettuali. Le grandi tech company, sotto questo aspetto, sono la prova vivente che anche per aziende complesse un'organizzazione "cross-functional" produce risultati migliori. Team di progetto orizzontali, multifunzione, possono dare quell'agilità di approccio che si traduce in rapidità di risultato, qualità che – come abbiamo visto – può da sola fare la differenza. Con un vantaggio in più: rivedere in maniera così radicale la propria struttura prendendo a modello l'organizzazione delle tech company rende le banche appetibili anche per quelle professionalità digital oriented – data scientist, programmatori, ecc. – naturalmente attratte da aziende agili e destrutturate e che magari non hanno mai considerato come sogno nel cassetto quello di entrare in un'azienda bancaria, per il timore di lavorare  in organizzazioni gerarchiche ben diverse dalla "Silicon Valley way of working".
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