Banca Mediolanum, scomparso Ennio Doris
di Flavio Padovan
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24 Novembre 2021
Si è spento a 81 anni Ennio Doris, fondatore e presidente onorario di Banca Mediolanum
Lutto nel mondo economico italiano. Si è spento nella notte Ennio Doris, fondatore e presidente onorario di Banca Mediolanum. Ad annunciarlo la moglie Lina Tombolato e i figli Sara e Massimo.
La sua è una storia di successo della finanza italiana. Nel febbraio del 1982, con il "supporto imprenditoriale e logistico del Gruppo Fininvest", Ennio Doris fonda Programma Italia, la prima rete di consulenti globali nel settore del risparmio, con l'idea di "diventare il punto di riferimento della famiglia italiana per il risparmio". Tre anni più tardi nasce Mediolanum Spa, holding cui fanno capo tutte le società del Gruppo. Una riorganizzazione che permette la quotazione in Borsa nel 1996 e, nel 1998, l'ingresso nell'allora indice Mib30, delle società a maggior capitalizzazione. Nel 1997 Programma Italia si trasforma in Banca Mediolanum, diventanto successivamente una delle più importanti realtà del panorama bancario nazionale, con una presenza anche in Spagna, Germania e Irlanda.
Dal 2000 al 2012 Doris è stato consigliere di amministrazione di Mediobanca e di Banca Esperia. Dal 1996 amministratore delegato della holding Mediolanum fino al 2015, anno della fusione per incorporazione in Banca Mediolanum. Fino allo scorso 3 novembre, Doris ha ricoperto la carica di presidente di Banca Mediolanum, per diventare poi presidente onorario.
Doris era anche presidente onorario della Fondazione Mediolanum Onlus.
Ha ricevuto l'onorificenza di ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica e quella di Cavaliere del Lavoro.
Antonio Patuelli, Presidente dell'Associazione Bancaria Italiana, ha espresso il più sincero cordoglio per la scomparsa di Ennio Doris, "imprenditore e banchiere illuminato e fortemente innovativo, attento e sensibile contemporaneamente alla crescita aziendale, dei clienti e dei collaboratori. Conserverò forte il ricordo di Ennio - ha aggiunto il Presidente Patuelli- dei nostri dialoghi sulla cultura e le regole del mercato, per la crescita economica e sociale in una democrazia libera".