Banca d'Italia, lascia Il Dg Salvatore Rossi
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20 Marzo 2019
Il direttore generale della Banca d'Italia e presidente dell'Ivass Salvatore Rossi ha annunciato la sua uscita per il 9 maggio, scadenza del primo mandato quinquennale
Salvatore Rossi, direttore generale della Banca d'Italia e presidente dell'Ivass, ha annunciato la sua prossima uscita, non essendo disponibile a un secondo mandato. Il primo mandato quinquennale terminerà il 9 maggio.
In un messaggio ai dipendenti della banca, Rossi ha scritto: "Care colleghe e cari colleghi della Banca d'Italia e dell'Ivass, lascerò i miei incarichi, rispettivamente, di direttore generale e di Presidente fra qualche settimana, dopo quasi 43 anni di un percorso professionale tutto avvenuto all'interno della banca e poi anche dell'Ivass. Per assicurare la funzionalità dei due istituti uscirò formalmente solo dopo che sia stato completato l'iter della mia sostituzione e comunque entro il 9 maggio, scadenza naturale del mio mandato".
Rossi racconta: "Sono stati anni per me molto belli e pieni, nonostante le difficoltà e le turbolenze attraversate. Mi sono adoperato per far sì che la Banca d'Italia mantenesse la sua natura di istituzione al servizio dell'interesse pubblico, ma che cambiasse quando e dove necessario; che l'Ivass compiesse la transizione rispetto all'assetto precedente e si rilanciasse all'esterno".
Insegnamento ma anche interventi con libri e interviste sono il futuro che Rossi ipotizza dopo l'uscita dalla Banca d'Italia. "Confido che dopo il ciclo ora in chiusura possa aprirsene un altro: mi piacerebbe ad esempio trasmettere quel che ho imparato finora a quante più persone possibile, di ogni età e condizione culturale, attraverso strumenti come l'insegnamento, libri e articoli, interventi sui media. Ovviamente nel mio stile, che si sforza di essere non accademico e comprensibile. Vedremo. Il mio pensiero riconoscente va a tutti coloro con cui ho lavorato, non solo negli anni in cui ho fatto parte del direttorio della Banca d'Italia e dell'Ivass, ma anche in quelli trascorsi da dipendente della banca: prima in filiale, a Milano, a occuparmi di Vigilanza, poi nel Servizio studi, come si chiamava allora, poi da Segretario generale. La mia contentezza, il mio orgoglio, è di essere appartenuto a due istituzioni in cui i principi della competenza, della serietà, dell'onestà, del senso di servizio pubblico, sono stati tenuti nella massima considerazione. È un patrimonio che spero di avere assimilato e che mi porterò dietro dovunque vada e qualunque cosa faccia. Auguro ogni bene a voi tutti, alle due istituzioni e a chi le guida e guiderà".