Credito e Finanza: motori di sviluppo per il Paese
di Mattia Schieppati
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17 Marzo 2023
L’evento promosso dall’ABI il 28 e 29 marzo mette al centro il ruolo fondamentale di banche e operatori finanziari nel finanziare lo sviluppo e mobilizzare il risparmio per il futuro del Paese. Quattro filoni tematici e un vasto programma di approfondimenti – relativi a imprese, famiglie, gestione del risparmio – per mettere a confronto le idee e le buone pratiche dei protagonisti del mercato in una fase determinante di cambiamento e apertura di nuovi scenari.
Un titolo che fotografa alla perfezione un dato di fatto, necessario e imprescindibile, nella sfida oggi particolarmente impegnativa di individuare e mettere in campo possibili soluzioni e strategie volte a favorire una maggiore mobilitazione del risparmio a supporto della crescita dell’economia reale.
Credito e Finanza, il convegno che i prossimi
28 e 29 marzo apre il calendario 2023 degli eventi promossi dall’ABI (
a Milano, presso l'Auditorium Bezzi Banco BPM,
tutte le info qui) sintetizza la correlazione tra due mondi sempre più interconnessi che si racconteranno, attraverso le voci e le buone pratiche dei protagonisti, lungo i quattro filoni tematici che guidano la due giorni di sessioni:
Credito per le Imprese, Finanza per le Imprese, Credito alle Famiglie, Gestione del Risparmio.
Quattro ambiti tematici attraverso i quali sarà possibile condividere una visione a tutto tondo sui temi del credito, della finanza e del risparmio, e ragionare sulle azioni e le strategie da mettere in campo per rispondere al tema che l’evento ABI pone come orizzonte di impegno comune: “Finanziare lo sviluppo e mobilizzare il risparmio per il futuro del Paese”.
I temi e le voci dell'evento
Il ruolo del credito e della finanza per sostenere consumi e produttività, le novità legislative e regolamentari (per esempio, le nuove linee guida Eba sulla concessione e il monitoraggio del credito), le opportunità e i vincoli dettati anche al mondo della finanza e del credito dai nuovi trend ESG, le nuove asset class per il risparmiatore, i canali emergenti e il ruolo della consulenza e della tecnologia nella gestione del risparmio, il ruolo della consulenza alla clientela e le implicazioni strategiche per gli intermediari (a partire dalle evoluzioni del modello di business, delle strategie distributive e dell’approccio al cliente), ma anche l’importanza dell’educazione finanziaria e della diffusione di una consolidata cultura della gestione del risparmio per creare maggiore consapevolezza sulle scelte di investimento sono alcuni dei temi chiave dell’edizione 2023 di Credito e Finanza, evento inserito nella Settimana europea delle PMI promossa dalla Commissione Europea e realizzato in collaborazione con Assofin per la parte dedicata al Credito alle Famiglie.
Valore aggiunto fondamentale della due giorni di confronti è la qualità delle voci che sostanziano le sessioni e i tavoli di lavoro di Credito e Finanza, a partire dalla Sessione di apertura di martedì 28 marzo (dalle 9.30), che metterà in dialogo per uno sguardo di orizzonte sul tema guida dell’evento Giovanni Sabatini, Direttore Generale ABI, il Presidente di Assofin Cesare Colombi e Emanuele Orsini, Vice Presidente per il Credito, la Finanza e il Fisco di Confindustria, moderati dalla giornalista del Sole24ore Laura Serafini.
Lo scenario di riferimento
Ma, nell'attuale contesto nazionale e internazionale, quali sono le principali azioni che banche e mondo finanziario possono concretamente mettere in atto per sostenere lo sviluppo delle imprese e del sistema Paese? Secondo David Sabatini, Responsabile Mercato dei Capitali di ABI, «alle imprese italiane che, come certificano i dati statistici, sono ancora relativamente piccole, poco patrimonializzate e dipendono in larga misura dal credito bancario, servono misure volte a farle crescere patrimonialmente e a diversificare le proprie fonti di finanziamento. Obiettivi che si possono realizzare tramite la finanza di mercato. A livello nazionale già da anni sono state introdotte riforme, legislative e fiscali, che hanno consentito di sviluppare il mercato dei minibond, il mercato azionario per la crescita delle PMI e i veicoli di investimento specializzati, come i PIR. Occorre proseguire su questo fronte», prosegue Sabatini, «semplificando e incentivando l’accesso delle piccole e medie imprese al mercato dei capitali, ad esempio dando attuazione alle proposte individuate lo scorso anno nel Libro Verde del MEF sulla finanza per la crescita, a cui l’ABI ha attivamente collaborato. Ma non è solo un tema italiano. In Europa con la Capital Market Union è in atto un processo di semplificazione importante, che va sostenuto e accelerato, volto a rimuovere quei vincoli di carattere normativo che ostacolano l’accesso e la permanenza delle imprese sui mercati dei capitali rendendolo oneroso per le imprese di minori dimensioni. Ma con un punto di attenzione: trovare il giusto equilibrio che contemperi le esigenze di semplificazione e riduzione degli oneri di quotazione degli emittenti con le esigenze degli investitori di effettuare scelte di investimento comunque informate. Molte iniziative dunque sono in corso, sia a livello nazionale sia europeo, per cui ci sono buone prospettive per un reale cambiamento di passo».
Il ruolo delle banche
Sfide altrettanto importanti sono quelle che riguardano il mondo del credito, come spiega Angelo Peppetti, Responsabile Ufficio Credito e Sviluppo dell’ABI: «In questo contesto di accentuata instabilità economica e geopolitica, il mondo bancario sta affrontando una serie di sfide epocali: la sfida della transizione verso un’economia più sostenibile; la sfida della digitalizzazione dei processi produttivi e distributivi e quella di continuare a sostenere le imprese e le famiglie nello scenario economico in continua evoluzione. Sono ormai diversi anni che il mondo bancario italiano è entrato in questa nuova realtà e ha lavorato, anche con importanti sacrifici per migliorare il proprio grado di resilienza alle crisi e la capacità di sostenere finanziariamente lo sviluppo del Paese. Per questo, è necessaria una riflessione sulla necessità di adeguare il quadro normativo esistente che oggi appare troppo rigido rispetto alla maggiore flessibilità di intervento che viene richiesto alle banche per il sostegno al settore produttivo. Mi riferisco, in particolare, alle regole attuali sulle misure di “concessione” (forbearance) che non favoriscono le banche nell’accordare soluzioni ai propri clienti in difficoltà nell’adempimento delle obbligazioni assunte contrattualmente, attraverso l’attuazione di modifiche alle condizioni applicate ai finanziamenti (ad esempio attraverso l’allungamento delle scadenze, rinegoziazione dei tassi di interesse, possibili sospensioni temporanee al pagamento delle rate dei finanziamenti etc.). Altrettanto necessaria è la modifica della disciplina cosideta calendar provisioning, relativa alle coperture obbligatorie dei crediti deteriorati, introdotta a livello europeo. Questa disciplina obbliga le banche a svalutare il credito deteriorato automaticamente con il mero passare del tempo (in misura differenziata in base alle garanzie, se presenti), fino ad un completo azzeramento del valore nell’arco di pochi anni. Misura particolarmente penalizzante per l’Italia, dove i tempi della giustizia civile per il recupero dei crediti permangono molto più elevati di quelli medi in Europa. Alla classificazione di un credito come deteriorato, consegue quindi in tempi stretti e predeterminati la riduzione del valore del credito, fino all’annullamento. Tale approccio, oltre a indurre le banche a restringere i criteri di concessione del credito appare particolarmente dannoso in questo momento, in quanto, al primo segno di deterioramento, introduce un incentivo a favore della cessione del credito al di fuori del circuito del mercato bancario (invece di lasciare margini per supportare il debitore in uno sforzo di ripresa che avrebbe tempi lunghi)».
Il ruolo del Risparmio e del Wealth Management
Rispetto ai possibili elementi di innovazione sui quali lavorare nell'ambito della gestione del risparmio e del wealth management, affinché gli investimenti possano rappresentare davvero un “motore di crescita”, Sabatini propone qualche elemento di riflessione in vista dei confronti che si svilupperanno durante l’evento: «Il tema del coinvolgimento degli investitori nel processo», dice, «è cruciale quanto quello di facilitare le imprese ad accedere al mercato dei capitali. Non solo gli investitori istituzionali, come i fondi comuni di investimenti, le imprese di assicurazione e i fondi pensione, ma anche gli investitori al dettaglio (sia quelli più ambienti sia i risparmiatori) possono avere un ruolo importante. L’esperimento dei PIR è senza dubbio positivo, occorre proseguire nella direzione di incentivare il flusso di risorse finanziare dalle famiglie ai settori produttivi. Anche in questo caso è un tema non solo nazionale ma anche europeo, dove si sta studiando, nell’ambito della “Retail Investment Strategy” quali modifiche regolamentari possono essere introdotte per facilitare l’accesso degli investitori retail al mercato dei capitali. Nel dibattito che si sta sviluppando a livello europeo stanno tuttavia emergendo proposte di intervento che avrebbero paradossalmente un effetto di allontanare gli investitori al dettaglio dal mercato, piuttosto che incentivarli. È importante che le proposte siano equilibrati e proporzionati rispetto agli obiettivi prefissati, per evitare il rischio di produrre effetti irreversibili».
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