UniCredit, addio a Facebook
di Flavio Padovan
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7 Maggio 2019
Dal 1° giugno Mustier chiuderà i canali sui social di Zuckerberg in tutti i Paesi dove opera. Alla base le mancate risposte su privacy e gestione dati. Ma forse anche altro...
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La notizia ha fatto scalpore: nell'era dei social UniCredit abbandona Facebook, Instagram e Messenger. Un addio che riguarda non solo l'Italia, ma tutti i 18 Paesi dove UniCredit opera e coinvolge anche altre realtà del gruppo, come ad esempio BuddyBank. L'annuncio è stato dato sulle stesse piattaforme di Mark Zuckerberg con un post sintetico, ma netto: "Valorizzare i canali digitali proprietari per garantire un dialogo riservato e di alta qualità. In linea con questo impegno, UniCredit annuncia che a partire dal 1° giugno non sarà più su Facebook, Messenger e Instagram".
Una questione etica Coma appare chiaro dalla lettura del breve testo, alla base della decisione presa dall'amministratore delegato Jean Pierre Mustier c'è un'insoddisfazione per la gestione dei dati e della privacy da parte di Facebook, Instagram e Messenger. Una scelta improvvisa? No, era da marzo 2018 che UniCredit aveva sospeso tutte le attività pubblicitarie su Facebook come conseguenza delle criticità emerse con lo scandalo di Cambridge Analytica. "Prendiamo le questioni di business ed etica molto seriamente - aveva dichiarato l'AD di UniCredit annunciando la decisione - e abbiamo interrotto ogni interazione con Facebook perché non riteniamo che Facebook si stia comportando in modo appropriato ed etico. UniCredit come gruppo non sta utilizzando Facebook per ordine del Ceo e non lo utilizzerà fino a quando non avrà un comportamento etico appropriato". La causa scatenante sono state le inchieste portate avanti da New York Times e Guardian che avevano rivelato che i dati di 87 milioni di utenti Facebook, di cui 214 mila italiani, sarebbero stati raccolti da un ricercatore dell'Università di Cambridge, venduti a Cambridge Analytica e poi utilizzati per condizionare le elezioni Usa con campagne targettizate su Facebook. Nel 2018 la società di Zuckerberg è stata multata in Gran Bretagna proprio per non aver tutelato adeguatamente i suoi utenti.
L'attuale decisione presa da UniCredit di abbandonare i social e il servizio di messaggistica della società di Menlo Park deriverebbero dalla mancanza di risposte concrete ricevute da oltre un anno sulla gestione dei dati dei clienti, attività per le quali Facebook è nel mirino anche delle Autorità Usa e che ha recentemente portato Mark Zuckerberg ad annunciare una svolta radicale. Rassicurazioni che evidentemente non sono bastate a Mustier.
Le domande aperte
Questa la cronaca degli eventi, secondo gli elementi a disposizione considerando che UniCredit, al di là del post, non ha commentato ulteriormente la sua decisione. Ma come prevedibile, l'annuncio ha scosso il web. E scatenato un ridda di commenti, analisi di esperti schierati pro e contro, interpretazione di opinionisti più o meno ferrati sull'argomento, e anche le invettive di numerosi "neo luddisti".
Molte le domande lanciate dalla rete: quanto pesa sulla scelta di UniCredit l'ipotesi più volte ventilata che Facebook utilizzi la sua base utenti per entrare con forza nel settore finanziario e quindi la volontà di non regalare dati a un potenziale concorrente? Ha senso abbandonare un "continente digitale" come Facebook che solo in Italia conta 31 milioni di iscritti ed è in grado di restituire feedback importanti alle aziende? È iniziato il declino dei social? Sono davvero canali utili per le banche? Serve ancora presidiarli come touch point strategici potendo contare su bot e canali digitali proprietari più facili da gestire? Facebook, in particolare, con la fuga dei più giovani verso altre piattaforme, ha ancora lo stesso appeal?
Al di là delle contrapposte opinioni, la scelta di UniCredit rappresenta comunque un importante esperimento da monitorare attentamente per capire il reale impatto che l'assenza da alcune delle piattaforme social più diffuse può avere sul business bancario e sulla relazione con il cliente.