Una partnership per favorire gli Additional Credit Claims
di Redazione BF
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5 Marzo 2021
La sinergia tra European DataWarehouse e Pegaso 2000 consente di cogliere più facilmente le opportunità aperte dallo schema di accettazione, in regime temporaneo, di crediti bancari aggiuntivi
European DataWarehouse e Pegaso 2000 sono al lavoro in stretta sinergia, per rendere gli Additional Credit Claims una soluzione di liquidità virtuosa. Lo hanno annunciato le due società, sottolineando come la collaborazione abbia incrementato la qualità dei dati e l’efficienza sui costi sfruttando gli incentivi posti con i rinnovati criteri di eleggibilità.
Negli ultimi mesi sono state adottate una serie di misure atte a garantire accesso al credito a sostegno dell’economia reale. La più recente appena qualche settimana fa, con l’annuncio di una serie di nuove aste a lungo termine nel 2021 e il prolungamento del Programma Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP) fino a giugno 2022.
Fra le varie misure adottate spiccano una serie di importanti incentivi per consentire il conferimento di crediti performing ad una sempre più ampia platea di controparti bancarie. Tali incentivi includono tutta una serie di misure che hanno già avuto un effetto rilevante su vari fronti. Più in particolare gli haircut per i portafogli ABACO (“Additional Credit Claims” o “ACC” in inglese) sono stati dimezzati mediamente dal 40% al 20%, in modo da assicurare il principio di “risk equivalence” tra tutte le categorie di collateral. Un taglio talmente significativo che mette il processo di collateralizzazione dei crediti, quasi alla pari di altri strumenti di finanziamento a medio/lungo termine come ABS & covered bonds. In aggiunta i limiti di probability of default aumentati, dando la possibilità di utilizzare come collaterale anche prestiti con maggior rischio.
Inoltre la tempistica della rilevazione dei dati è passata da livello mensile a trimestrale in maniera tale da garantire piú tempo alle controparti per raggiungere la qualitá dei dati richiesta. Infine nuove forme tecniche che consentono ora di stanziare anche il credito al consumo e il factoringpro solvendo sono state introdotte dando una significativa apertura anche alle cosiddette banche prodotto.
Molti istituti di credito, soprattutto di medie e piccole dimensioni, hanno approfittato di queste misure favorevoli ed hanno selezionato portafogli ad hoc o sono in procinto di farlo già nei primi mesi del 2021.
Per l’utilizzo di questo strumento vi sono però alcuni oneri a cui adempiere, tra cui nel breve termine il reperimento dei dati e controllo della qualitá, la verifica della consistenza dei dati nei sistemi IT con la documentazione cartacea. In pratica, servono circa sei mesi per la copertura dell’intero portafoglio stanziabile – un primo caricamento dei dati nella piattaforma EDITOR di European DataWarehouse a seguito dei controlli su ABACOCDM di Pegaso_2000 oltre agli adempimenti contrattuali e legali di un mese circa.
Dal punto di vista statistico, l’impatto di queste misure è piuttosto rilevante come emerge nel rapporto sulla stabilità finanziaria pubblicato da Banca d’Italia a fine novembre 2020.
L’allargamento della tipologia dei prestiti ha permesso ai soggetti bancari e/o ad altri soggetti pur sempre controllati da tali entitá (terzi datori di pegno) di usufruire di un ulteriore canale di rifinanziamento dai crediti in bonis. Pur trattandosi di misure temporanee (alcune di questesubordinate alla durata del PEEP) il sistema bancario auspica che possano essere ulteriormente estese nel tempo. Resta chiaro e definito l’obiettivo: continuare a garantire una veloce trasmissione monetaria delle garanzie a favore dell’economia reale.