Una joint venture per gli Npl
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18 Aprile 2018
Partnership strategica tra Intesa Sanpaolo e la svedese Intrum per 11 miliardi di crediti deteriorati
Intesa Sanpaolo ha firmato un accordo con Intrum, gruppo svedese specializzato nella gestione dei crediti, attivo in 24 mercati e con 8.000 dipendenti, creato dall'integrazione nel 2017 di Intrum Justitia e Lindorff, che prevede due operazioni:
1. Costituzione di un operatore di primo piano nel servicing di Npl nel mercato italiano, con l'integrazione delle piattaforme italiane di Intesa Sanpaolo e Intrum, che avrebbe le seguenti caratteristiche:
- circa 40 miliardi in servicing;
- 51% della nuova piattaforma detenuto da Intrum e 49% da Intesa Sanpaolo;
- un contratto di durata decennale per il servicing di crediti in sofferenza di Intesa Sanpaolo a condizioni di mercato;
- importanti piani di sviluppo commerciale della nuova piattaforma nel mercato italiano;
- 1.000 dipendenti interessati, incluse 600 persone provenienti dal Gruppo Intesa Sanpaolo, per le quali è previsto il confronto con le Organizzazioni Sindacali affinché la partnership valorizzi le risorse coinvolte.
2. Cessione e cartolarizzazione di un rilevante portafoglio di crediti in sofferenza del Gruppo, una delle maggiori operazioni realizzate nel mercato italiano, pari a 10,8 miliardi al lordo delle rettifiche di valore, a un prezzo in linea con il valore di carico già determinato per la parte di sofferenze del Gruppo aventi caratteristiche di cedibilità, considerando lo scenario di vendita. La struttura finanziaria del veicolo della cartolarizzazione sarà la seguente, al fine di conseguire il pieno deconsolidamento contabile e regolamentare del portafoglio alla data del closing (previsto a novembre 2018):
- tranche Senior corrispondente al 60% del prezzo del portafoglio, che verranno sottoscritto da un gruppo di primarie banche;
- tranche Junior e Mezzanine pari al restante 40% dei crediti, che verranno sottoscritte per il 51% da un veicolo - partecipato da Intrum e da uno o più co-investitori, ma che agirà comunque come singolo investitore ai fini di governance - e per il 49% da Intesa Sanpaolo.
Le operazioni, subordinate alle autorizzazioni delle autorità, prevedono una valutazione della piattaforma di servicing di Intesa Sanpaolo pari a circa 0,5 miliardi e dei crediti in sofferenza oggetto di cartolarizzazione pari a circa 3,1 miliardi, il che si tradurrà in una plusvalenza di circa 400 milioni dopo le imposte nel conto economico consolidato di Intesa Sanpaolo.
L'accordo dà un significativo apporto alla strategia di riduzione del profilo di rischio prevista nel Piano di Impresa e permette di:
- ridurre l'incidenza di Npl sui crediti complessivi al lordo sotto il 10% (al 9,6% dall'11,9%, considerando i dati a fine 2017);
- dimostrare la capacità di Intesa Sanpaolo di cedere un rilevante ammontare di Npl senza oneri straordinari per gli azionisti;
- realizzare una plusvalenza di circa 400 milioni di euro dopo le imposte nel conto economico consolidato;
- rispondere alle aspettative dei Regolatori in merito alla riduzione di Npl del settore bancario italiano;
- rendere possibile l'ulteriore miglioramento nell'attività di recupero sui crediti in sofferenza non ceduti da Intesa Sanpaolo, avvalendosi della partnership con un operatore internazionale di primo piano, che potrà beneficiare della complementarietà di competenze, capacità e risorse;
- conseguire una potenziale futura creazione di valore con lo sviluppo di una primaria piattaforma in Italia, uno dei principali mercati europei per il servicing di Npl.