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28 Aprile 2024 / 21:42
 
Merito creditizio delle Imprese in Filiera: come misurarlo?

 
ESG

Merito creditizio delle Imprese in Filiera: come misurarlo?

di Claudio Cesario, Stefano Marzioni, Pina Murè, Marco Spallone - 16 Giugno 2023
Fineteca ha elaborato un algoritmo in grado di cogliere in anticipo le prospettive di crescita delle PMI operanti lungo le filiere, sfruttando informazioni di natura industriale e commerciale non presenti all’interno dei rating economico-patrimoniali tradizionali
I vantaggi che scaturiscono da un’efficiente gestione della supply chain (o filiera corta) sono stati analizzati dettagliatamente dalla letteratura teorica ed empirica. Il punto di vista largamente prevalente è quello delle grandi imprese (capo-filiera), chiamate a gestire i rapporti con i loro fornitori per garantirsi nel continuo prodotti e servizi di qualità a costi contenuti.
Per poter contare su una filiera affidabile nel tempo e tecnologicamente adeguata, le capo-filiera intervengono a sostegno dei loro fornitori anche in ambito finanziario. La cosiddetta supply chain finance, infatti, ha tra i suoi obiettivi quello di fare leva sulla solidità e la credibilità della grande impresa per facilitare la gestione finanziaria e l’accesso al credito dei suoi fornitori, quasi sempre imprese di piccole e medie dimensioni (PMI).
Molto più controversi sono i risultati in letteratura circa la convenienza delle PMI a partecipare ad una filiera. Le conclusioni dipendono dal ruolo che le PMI svolgono lungo la filiera e dalla tipologia di interazione che intercorre con la capo-filiera: in linea di principio, le PMI che sono in posizione strategica (perché, ad esempio, in grado di fornire in via esclusiva alcuni beni o servizi) e che possono godere di spill-over tecnologici (perché, ad esempio, coinvolte in processi di innovazione) sperimentano benefici più elevati rispetto ai costi; invece, per le PMI che sono costrette a competere solo sul prezzo l’operatività in filiera può generare risultati opposti.
È, infatti, appurato che le PMI che operano lungo le filiere corte sostengono costi maggiori rispetto alle altre (per rispettare i parametri necessari imposti dalle capo-filiera) e hanno un rapporto tra costi fissi e costi totali più elevato (certificazioni, formazione, numero minimo di dipendenti, …). Inoltre, sono spesso chiamate ad effettuare investimenti cospicui non programmati (ad esempio, per accelerare la transizione ecologica e rispettare i requisiti di sostenibilità definiti dalle capofiliera). Infine, sono talvolta chiamate a versare cauzioni o a fornire garanzie per poter svolgere le attività previste da eventuali bandi di gara di cui risultano vincitrici. Quindi, soprattutto nella fase iniziale della loro operatività in filiera, è possibile che le PMI debbano fare i conti con vincoli finanziari stringenti.
Tuttavia, se le PMI riescono a sfruttare i benefici dell’appartenenza ad una filiera, la possibilità di accrescere la propria rilevanza per la capo-filiera (grazie a spill-over tecnologici, investimenti mirati e formazione) e di ottenere commesse stabili nel tempo garantisce tassi di crescita di fatturato e redditività più elevati rispetto alle altre PMI.
Fineteca ha elaborato un algoritmo in grado di cogliere in anticipo le prospettive di crescita delle PMI operanti lungo le filiere, sfruttando informazioni di natura industriale e commerciale non presenti all’interno dei rating economico-patrimoniali tradizionali. L’algoritmo è stato sviluppato con tecniche sofisticate ed è stato testato su un campione molto ampio di PMI, restituendo risultati sorprendenti circa la sua efficacia predittiva. Più precisamente, le PMI valutate positivamente dall’algoritmo Fineteca, a parità di classe di rischio (e, quindi a parità di probability of default o PD teorica, stimata dai modelli tradizionali di rating), hanno un’incidenza di fallimenti (verificata sui dati, tramite procedure di back testing) molto inferiore rispetto a quelle valutate negativamente.
L’algoritmo è modulare e le determinanti sono state selezionate attraverso un’analisi di tipo stepwise, che ha permesso l’identificazione di quelle più significative, che si differenziano sulla base del tipo di filiera, del settore merceologico delle PMI e del loro posizionamento strategico lungo la filiera. Tra i moduli dell’algoritmo figura anche quello relativo alle variabili ESG (spesso non correttamente identificate e misurate dalle PMI), che ricopre un ruolo molto importante nel determinare il sentiero di crescita delle PMI operanti in filiera, vista anche la crescente attenzione che le capo-filiera attribuiscono al tema della sostenibilità.
In questo senso, per Fineteca le variabili di natura ESG non rappresentano solo informazioni aggiuntive di natura qualitativa, ma diventano rilevanti quantitativamente per determinare la rischiosità di una PMI che opera lungo una filiera, con un approccio molto simile a quello richiesto alle istituzioni finanziarie dalle Autorità di Vigilanza.
Al momento l’approccio innovativo di Fineteca ha trovato una sua applicazione nell’ambito del settore energetico, con importanti collaborazioni a livello industriale (con ENEL, ENI e Terna) e finanziario (con SACE e altre istituzioni finanziarie, bancarie e non).
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