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03 Luglio 2024 / 07:22
 
EPBD, CRR e credito alle famiglie: l’immobile non è più collaterale

 
Credito

EPBD, CRR e credito alle famiglie: l’immobile non è più collaterale

di Nicola Arcaini* - 24 Aprile 2024
Il percorso di riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano è appena iniziato. Ma quanto costerà al cittadino la riqualificazione? Chi stabilirà gli interventi adatti ad ogni immobile? L'analisi dell'esperto
 
La stagione del superbonus si è conclusa, ma il percorso di riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano è appena iniziato. A questo viaggio, che traguarda l’orizzonte lungo del 2050, contribuiscono la direttiva EPBD (la cosiddetta direttiva “case green”), i mutui “green” e la nuova CRR, che entrerà in vigore nel 2025.
L’EPBD ci dice cosa dobbiamo fare, il mutuo green risponde alla domanda “con quali soldi”, la CRR ci dice come e l’operazione di efficientamento sarà finanziariamente sostenibile. A questi 3 capisaldi si aggiunge, qualsiasi sia il giudizio che vogliamo dare alla stagione del “110”, una nuova consapevolezza dei cittadini, che hanno iniziato a comprendere e valorizzare il concetto di riqualificazione delle loro case.
Complessivamente, approfondendo l’analisi e le specifiche norme, emerge che solo gli immobili efficienti, o da efficientare, saranno realmente finanziabili. Il che fa sorgere spontanei tre ordini di domande: quanto costerà al cittadino la riqualificazione? Chi stabilirà gli interventi adatti ad ogni immobile? I profili di efficienza si evolveranno nel tempo?
Per rispondere a queste istanze la via più idonea è appoggiarsi a soggetti che siano in grado di offrire una consolidata e profonda consulenza immobiliare, che possano mettere al centro di ogni analisi l’immobile e la sua capacità di rinnovarsi, di farlo attraverso gli interventi realmente opportuni ed efficaci, e di acquisire e conservare valore nel tempo grazie al processo di rinnovamento.
La bussola per realizzare tecnicamente questo percorso di rinnovamento degli immobili ce la fornisce proprio la EPBD. La direttiva, infatti, introduce all’articolo 10 lo strumento denominato “passaporto di ristrutturazione”
Questo passaporto avrà lo scopo di definire un percorso personalizzato per la ristrutturazione un edificio, con l’obiettivo di renderlo a zero emissioni entro il 2050; dovrà essere redatto da un esperto qualificato e certificato dopo una visita sul luogo dell’edificio. Esso fornirà una tabella di marcia completa per la ristrutturazione indicando le varie fasi necessarie per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica e riduzione delle emissioni.
È chiaro che questo “passaporto” dovrà essere realizzato da soggetti dotati di competenze multidisciplinari in campo immobiliare, che sappiano armonizzare requisiti tecnici e prestazionali con i budget a disposizione, ottimizzando gli impatti sul valore immobiliare e che garantiscano, nel lungo termine, la sostenibilità finanziaria degli interventi, sapendoli distribuire e monitorare lungo tutta la durata dei finanziamenti.
 
*Nicola Arcaini è director loan services di Abaco Team, società del Gruppo Gabetti dedicata alla gestione di patrimoni immobiliari, alla consulenza tecnica a supporto degli investimenti immobiliari e alle attività di project management e di engineering.
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