Smart working: le banche si stanno attrezzando
di Mattia Schieppati
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7 Marzo 2013
Uffici del futuro: le testimonianze di UniCredit e Intesa Sanpaolo confermano una tendenza in atto. Meno scrivanie, più lavoro mobile e...
È vero, la marcia indietro proclamata l’altro giorno da Marissa Mayer, numero uno di Yahoo!, che ha "revocato" per tutti i dipendenti del colosso dell'Ict la possibilità di svolgere parte della propria attività attraverso formule di telelavoro e ha stabilito che entro il prossimo mese di giugno i suoi dipendenti dovranno tornare al consueto lavoro "di scrivania", ha fatto sorgere molti interrogativi.
Ma questa mossa assolutamente a sorpresa (non risulta che altri big della Silicon Valley abbiano in mente simili annunci) non ha certo gelato gli animi dei fautori di una sempre più spinta trasformazione dei modelli di lavoro, in direzione della mobilità, della flessibilità e della non dipendenza da un luogo fisico. Questo grazie alle capacità sempre più sviluppate dei device (pc portatili, smartphone e tablet) e ai sistemi cloud che facilitano le interconnessioni e la condivisione di dati e documenti. A fare il punto su quello che è stato definito "smart work" è stato un convegno organizzato da ICT4Executve e da VMware dal titolo "Gli uffici del futuro. Come virtualizzare gli spazi di lavoro". Partendo dai dati di una ricerca effettuata dalla School of Management del Politecnico di Milano si è sviluppato un dibattito-confronto all'interno del quale le trasformazioni in atto nel settore delle banche sono state testimoniate dalle esperienze portate da UniCredit e Intesa Sanpaolo.
«Abbiamo rilevato» - spiega Alessandro Piva, ricercatore del Politecnico di Milano e responsabile della ricerca - «che i lavoratori "tradizionali", con postazione, orario e pc fissi, in Italia sono il 43% del totale, cioè la minoranza: il restante 57% lavora prevalentemente fuori ufficio, si organizza le ore di lavoro da solo, usa dispositivi personali per lavorare, o assomma due o tutte e tre queste prerogative. Le aziende cercano di facilitare queste tendenze agendo su diverse leve: princìpi (collaborazione, empowerment, ecc.), layout degli spazi di lavoro (postazioni flessibili, open space, smart building, ecc.), tecnologie Ict (device mobili, collaboration e communication, cloud, social media, ecc.), policy e regole (flessibilità di luogo e orario), con benefici soprattutto in termini di riduzione dei costi e maggiore produttività e soddisfazione del personale».
Un cambiamento in atto che non trova le banche impreparate. «Noi stiamo investendo in formazione sull’offerta fuori sede: molti dovranno operare sul campo. Tutto questo cambierà radicalmente il modo di lavorare in banca», ha raccontato Remo Ponti, Knowledge Management Officer di Intesa Sanpaolo. «Gli impatti sull’organizzazione e sull’IT sono enormi: dobbiamo creare postazioni virtuali e mobili, e garantire l’accesso ai sistemi informativi in sicurezza da device mobili aziendali o personali, mentre attività IT come backup o testing, che da sempre si fanno con gli uffici vuoti, ora si svolgeranno mentre i colleghi lavorano».
E non si tratta di un caso isolato. Il nuovo modello organizzativo degli spazi fisici e dell'utilizzo delle tecnologie sta cambiando le modalità di lavoro in UniCredit, che ha colto l'occasione del trasloco nei nuovi spazi del grattacielo in zona Garibaldi, a Milano, per portare non poche innovazioni. «Il proposito è di abbattere le barriere in senso letterale, con open space diffusi e spazi chiusi limitati alle attività collettive o per i top manager», spiega Stefano Varolo, Project Manager in UniCredit Leasing. «Il dimensionamento degli spazi comuni e individuali della nuova sede nasce da un benchmarking sulle aziende europee più innovative. In alcuni uffici saranno sperimentate soluzioni avanzate, con dotazione di pc portatili e postazioni di lavoro "volanti", e abilitazione automatica di risorse comuni come le stampanti. L’esigenza sempre più sentita di assicurare un accesso flessibile e tecnologicamente avanzato ai sistemi aziendali, anche dall’esterno e su orari estesi, richiede però una complessa conciliazione con la necessità di adottare soluzioni informatiche per la segregazione dei dati e la tracciabilità degli accessi del personale, per conformarsi a normative europee e italiane come per esempio il Provvedimento del Garante Privacy sul tracciamento delle operazioni sui dati bancari della clientela».