Redditività, sfida per banche e regolatori
di Flavio Padovan
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21 Giugno 2019
Il profitability gap delle banche europee va affrontato ridisegnando i modelli di business e le funzioni di gestione del rischio con investimenti in tecnologia. Ma è necessaria anche una regolamentazione più efficiente. Ne parla Gianni De Nicolò, della Johns Hopkins University, a cui è affidata la Renato Maino Lecture di Supervision, Risks & Profitability 2019
Nella sessione plenaria di Supervision, Risks & Profitability 2019 uno spazio è riservato alla visione di economisti internazionali, come è ormai tradizione per questo appuntamento promosso dall'ABI. Un momento importante per avere spunti e idee da un punto di vista differente, che possano contribuire ad arricchire il confronto tra i partecipanti all'appuntamento dedicato alla gestione del rischio e alla vigilanza.
Per l'edizione 2019 la Renato Maino Lecture è stata affidata a Gianni De Nicolò, Professore della Johns Hopkins University e Carey Business School di Baltimora. Lo abbiamo incontrato a pochi giorni dall'evento promosso dall'ABI per avere qualche anticipazione sul tema scelto per il suo intervento, dal titolo “Le sfide per la redditività bancaria: implicazioni per i modelli di business e la regolamentazione”
“Il profitability gap – spiega De Nicolò - è un problema che riguarda tutte le banche europee, come testimoniato da un notevole numero di pubblicazioni che hanno analizzato l'argomento, tra cui anche il recente Financial Stability Review della Bce. Nel mio intervento affronterò inizialmente una questione fondamentale, e cioè quali sono i trade-off, se ci sono, tra la massimizzazione del rendimento degli azionisti e la stabilità finanziaria. Successivamente prenderò in esame l'impatto della regolamentazione, per analizzare quanto questa possa limitare le strategie delle banche in tema di profitability e se l'obiettivo condiviso di una maggiore stabilità finanziaria sia complementare o alternativo a livelli di redditività più elevati. Inoltre, toccherò temi quali Npl e gli effetti sulla redditività dei nuovi operatori non regolamentati e del mondo fintech. Il mio obiettivo, nel breve tempo a disposizione, è offrire spunti di confronto, da approfondire nelle sessioni successive dove si andrà in profondità sui singoli temi”.
Quali sono i business model più efficaci per aumentare la redditività di una banca?
“La strategia più semplice, ovviamente, è investire dove il rendimento marginale è più alto. A Supervision, Risks & Profitability presenterò un'analisi, basata su dati di banche italiane, dalla quale emerge il contributo marginale che possono dare differenti strategie all'aumento della redditività. Soluzioni note: dalla riduzione dei costi all'incremento del margine di interesse sui prestiti tradizionali, all'aumento del reddito non derivante da interessi. È bene sottolineare che le generalizzazioni in questo campo hanno sempre una portata limitata, perché ogni banca ha risorse e competenze diverse e quindi non può esistere un business model valido per tutte e bisogna sempre procedere sulla base di un'approfondita analisi delle condizioni di mercato. Il punto concettuale che però emerge è che le banche dovranno probabilmente ridisegnare i modelli di business e le funzioni di gestione del rischio con investimenti significativi in tecnologia al fine di affrontare le attuali sfide di miglioramento della redditività risk-adjusted”.
La regolamentazione quale impatto ha sulla redditività?
“Per fare emergere la correlazione tra questi due fattori nel mio intervento presenterò un esempio quantitativo, semplice ma che illustra in modo efficace l'influenza tra regolamentazione e redditività. A parità di altre condizioni, i requisiti di capitali riducono naturalmente la redditività. Però è anche vero che la regolamentazione e il capital requirement inducono le banche a gestire i rischi in modo migliore e a ridurli. Quindi emergono anche punti di complementarietà, e non solo un trade-off, tra stabilità finanziaria e redditività. Un aspetto da sottolineare è che la banca deve porsi un obiettivo di rischio-rendimento, e non solo di rendimento. La regolamentazione offre dunque stimoli utili per migliorare il risk management della banca. Ma c'è un “però”, documentato da analisi e studi: gli interventi macroprudenziali diminuiscono l'ammontare dei prestiti. Il controllo del rischio è positivo, certamente, ma occorre agire in modo che non si riduca l'offerta di credito. Su questo punto regolatori e banche devono lavorare insieme, perché si tratta di un aspetto rilevante. È quindi importante non porre attenzione solo all'efficienza delle banche, ma anche a quella della regolamentazione”.
I temi del rischio e del capitale delle banche saranno affrontati a
Supervision, Risks & Profitability. Oltre Basilea, il grande evento del
25 e 26 giugno di Roma, promosso dall'ABI e organizzato da ABIServizi.
Vai al sito dell'eventoDue intere giornate per mettere a sistema le esigenze dei professionisti che affrontano la sfida di gestire regole più pervasive e rischi di complessità crescente, traducendoli in opportunità di crescita su mercati ormai interconnessi e digitalizzati.