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21 Dicembre 2024 / 16:47
José Manuel Campa: «Le banche stanno dimostrando la loro resilienza»

 
Banca

José Manuel Campa: «Le banche stanno dimostrando la loro resilienza»

di Mattia Schieppati - 28 Settembre 2020
Per il Presidente della European Banking Authority, l’emergenza pandemia ha rappresentato uno «stress test reale» per il sistema. Che ha saputo resistere grazie alle norme introdotte dopo la crisi del 2008, che hanno reso più solide le banche. Nell’intervento alla sessione di apertura di Supervision, Risks & Profitability 2020, l’analisi di Campa sui rischi ancora aperti e l’attenzione agli strumenti per tornare alla profitability. Ecco i passaggi salienti.
«Il 2020 è stato un anno piuttosto impegnativo. Le circostanze senza precedenti che dobbiamo affrontare sono state paragonate al tempo di guerra. Non so se sia così - abbiamo avuto la fortuna di aver vissuto un lungo periodo di pace in Europa - ma la diffusione del coronavirus ha infatti determinato dolore, paura e incertezza». Poche e concise le parole con cui José Manuel Campa, Presidente dell’EBA – European Banking Authority, apre il suo intervento durante la Sessione di apertura di Supervision, Risks & Profitability, lo scorso 21 settembre.
Perché il suo sguardo corre subito al presente, un presente dove l’urgenza è quella di operare nella pratica, più che perdersi in teorie. «Le banche hanno un ruolo importante da svolgere nel sostenere l'economia e la sua ripresa in questo momento», taglia corto Campa. «Le autorità di vigilanza dell'UE hanno dimostrato una capacità senza precedenti di agire rapidamente, con risolutezza ed efficacia per mitigare l'impatto della crisi sul settore finanziario. L'EBA, in stretta collaborazione con le altre autorità europee di vigilanza, gli organismi di supervisione della BCE e le Autorità nazionali, ha intrapreso una serie di misure per consentire alle banche di mantenere il loro sostegno alle famiglie e alle imprese in questo frangente così complesso».
Se solo il Covid fosse esploso una manciata di anni fa, la situazione sarebbe stata drammatica, e invece oggi «dobbiamo riconoscere gli sforzi che le banche stanno compiendo lavorando sui propri bilanci e migliorando la qualità degli attivi. Le banche si trovano senza dubbio in una posizione migliore rispetto a pochi anni fa», riconosce il Presidente: «Il volume e il rapporto dei prestiti in sofferenza (NPL) si sono più che dimezzati dal 2014 a oggi. Tuttavia, con il senno di poi, il ritmo di aggiustamento avrebbe potuto essere più rapido. Nonostante il continuo miglioramento, i rapporti di crediti deteriorati in diversi Paesi rimangono al di sopra dei livelli pre-2008 e aumenteranno a seguito della recessione».
A suo giudizio, le Authority dei singoli Paesi e quelle comunitarie si sono attivate con prontezza ed efficacia, e soprattutto riconoscendo con flessibilità che la condizione presentava gli estremi assoluti dell’eccezionalità. «In primo luogo, le Autorità di regolamentazione hanno fornito sollievo operativo alle banche, consentendo loro di spostare le risorse dove erano maggiormente necessarie. Questa è stata una decisione che non abbiamo preso alla leggera. Rinviare di un anno l'esercizio degli stress test a livello UE, ritardare le date di rimessa per le segnalazioni di vigilanza e sospendere i processi di consultazione ha determinato una perdita di informazioni preziose, in particolare sulle ultime condizioni delle banche, proprio nel momento in cui ne avevamo più bisogno. Tuttavia, questa era la cosa giusta da fare in circostanze eccezionali, con le banche che avevano grande bisogno di concentrarsi su funzioni critiche e continuità operativa. In secondo luogo, l'EBA ha ricordato che il capitale accumulato dalle banche doveva essere utilizzato non solo per assorbire le perdite, ma anche per garantire la continuità dei prestiti all'economia, e ha incoraggiato le Autorità competenti a utilizzare la flessibilità insita nel quadro normativo esistente. Con lo stesso spirito, diverse autorità hanno rilasciato le riserve anticicliche e le Autorità di vigilanza hanno consentito alle banche di operare al di sotto dei loro Pillar 2 Guidance (P2G)».
L'emergenza, però, deve costituire un’eccezione, non può trasformarsi in regola. «Era - ed è - importante preservare la corretta misurazione dei rischi e l'affidabilità e la tempestività delle metriche di rischio», richiama Campa, «pertanto, abbiamo anche messo in atto strumenti adeguati per consentire alle Autorità di vigilanza e alle parti interessate di monitorare queste esposizioni e valutare adeguatamente l'evoluzione della situazione nel settore bancario. L'EBA ha introdotto obblighi di rendicontazione e informativa ad hoc per le esposizioni che beneficiano di moratorie e garanzie pubbliche. Ciò consentirà alle autorità di vigilanza di comprendere la significatività delle esposizioni, nonché la loro classificazione a fini prudenziali e contabili».
Se il sistema ha saputo rispondere, è grazie all’esperienza maturata in occasione della crisi del 2008. «Le riforme normative concordate a livello globale all'indomani della grande crisi finanziaria del 2008 sono state fondamentali per assicurarsi che le banche affrontassero la crisi pandemia in una posizione relativamente forte rispetto alle crisi precedenti. Se la pandemia avesse colpito il settore bancario così com’era strutturato nel 2009 o addirittura nel 2014, oggi non si discuterebbe di come le banche possono contribuire alla ripresa, ma di come cercare di evitare il collasso del settore. Possiamo dire che il covid-19 ha messo alla prova le riforme fatte dopo il 2008: è una sorta di stress test reale applicato a tutto il sistema».
Naturalmente, anche se questi sono i presupposti, rimane l’atteggiamento di grande prudenza. «Il settore bancario europeo è stato finora resiliente, ma ci sono ancora molte sfide da affrontare. Nonostante le misure fiscali, monetarie e di vigilanza senza precedenti messe in atto dalle Autorità dell'UE e nazionali, la crisi economica colpirà duramente il settore, in particolare in termini di deterioramento della qualità del credito e della redditività. Lo stress test 2021 ci consentirà di valutare meglio le conseguenze della crisi sulle banche, iniziare a discutere strategie di uscita plausibili e definire aspettative di vigilanza sulla pianificazione del capitale».
Leggi qui l'intervento integrale di José Manuel Campa a Supervision, Risks & Profitability 2020
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