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21 Novembre 2024 / 06:58
Credito e Finanza, un impegno a tutto campo per la crescita

 
Credito

Credito e Finanza, un impegno a tutto campo per la crescita

di Mattia Schieppati - 14 Marzo 2024
Tre chiavi di lettura e tre prospettive di analisi per presentare l’orizzonte di temi e gli scenari di azioni strategiche che caratterizzanno l’edizione 2024 di Credito e Finanza (i prossimi 19 e 20 marzo, a Milano). Attraverso una esclusiva “intervista tripla” a tre professionisti dell’ABI che, costantemente,  presidiano i trend, le innovazioni e gli sviluppi virtuosi del settore: Raffaele Rinaldi, Responsabile del Servizio Credito e Finanza, David Sabatini, Responsabile Ufficio Mercato dei Capitali e Angelo Peppetti, Responsabile Ufficio Credito e Sviluppo.
 

Raffaele Rinaldi, Responsabile del Servizio Credito e Finanza dell’ABI

 
Domanda. Il titolo dell’evento è dato da una triade impegnativa: “Più vicini, più digitali, più sostenibili”. Quale è il suo reale senso?
Risposta. Il ventunesimo secolo propone due grandi sfide al mondo delle imprese dei paesi occidentali: la digitalizzazione dei processi produttivi e la transizione degli stessi verso modelli più sostenibili dal punto di vista ambientali e sociale. Per vincere queste sfide e cogliere le opportunità di sviluppo che esse propongono, le imprese dovranno realizzare investimenti significativi, finanziati dalle banche o attraverso il mercato dei capitali. D'altra parte, anche le banche devono migliorare la qualità del proprio portafoglio di impieghi in termini di sostenibilità per soddisfare i requisiti imposti dalla regolamentazione di vigilanza e sfruttare al massimo le opportunità offerte dalla tecnologia digitale nella valutazione del merito di credito, attraverso un più ampio utilizzo delle informazioni disponibili sulle imprese finanziate. Occorre quindi una nuova alleanza tra il mondo delle banche e quello delle imprese, basata sulla reciproca fiducia e su uno scambio informativo ampio e continuo, nell'ambito della quale individuare gli strumenti finanziari più idonei per a realizzare gli investimenti necessari allo sviluppo del business delle aziende, coerentemente con le nuove esigenze di sostenibilità ambientale e sociale.
D. Quanto e come credito e finanza sono oggi sinergici nel supportare la crescita dell’economia reale?
R. Nel confronto europeo, le imprese italiane sono mediamente piccole, poco patrimonializzate e fortemente dipendenti dal credito bancario. Favorire il rafforzamento della struttura finanziaria delle imprese, anche attraverso l'accesso al mercato dei capitali, è il presupposto per renderle più resilienti alle crisi e maggiormente in grado di cogliere le opportunità di sviluppo del business, nonché per un accesso al credito a condizioni migliori. Credito e finanza, ciascuno per la propria parte, contribuisco dunque allo sviluppo dell'economia reale, essendo complementari l'uno all'altra.  
 

David Sabatini, Responsabile Ufficio Mercato dei Capitali dell’ABI

 
Domanda. Guardando agli andamenti dell’ultimo anno e ai trend in atto, quanto il mercato dei capitali è oggi “più vicino” (per citare il titolo del convegno...) alle sfide di transizione - digitale, internazionalizzazione, sostenibilità - delle imprese?  
Risposta. È ormai consolidato che servono capitali privati, da affiancare a quelli pubblici, per supportare le imprese nella transizione digitale e sostenibile. I numeri ci dicono che il supporto del mercato dei capitali italiano alle imprese, soprattutto piccole e medie, è in crescita. Il ricorso da parte delle imprese al finanziamento obbligazionario in Italia continua a crescere (passando dal 5,1% del totale dei debiti finanziari del 2008 all’13,2% del 2022). L’utilizzo di questo canale è ora in media con l’area dell’euro (12,1%) ed anche superiore ad altri Paesi europei, come la  Germania e la Spagna, anche se rimane comunque limitato rispetto ai paesi con un mercato dei capitali più sviluppato, come Francia e Regno Unito. Ciò è dovuto anche al fenomeno dei minibonds, il cui mercato è cresciuto progressivamente negli anni, con più di 1.100 emittenti che dal 2014 che hanno fatto ricorso a tali strumenti. Per quanto riguarda il mercato azionario, nel 2023 la maggior parte delle IPO (32 su 36) si sono svolte sul mercato delle PMI (Euronext Growth Milan), in crescita rispetto all’anno precedente. Nonostante questi dati positivi, la fotografia delle imprese italiane è ancora caratterizzata da un gap dimensionale con la media europea: nel 2023 il fatturato delle imprese nel nostro si concentra per il  63,2% sulle PMI, percentuale significativamente superiore alla media europea (49,8%). La consistenza del capitale di rischio delle imprese si attesta al 52% circa, leggermente in crescita rispetto al passato ma, comunque, ancora  inferiore alla media europea (57,5%). Occorre, quindi, continuare a lavorare per “avvicinare” le imprese al mercato dei capitali con strumenti tarati sulle esigenze specifiche delle PMI.
D. Come possono operare le banche per rendere accessibili alle loro imprese-clienti le opportunità offerte dal mercato dei capitali?
R. Le banche sono in prima fila per avvicinare le imprese al mercato dei capitali, conoscendole e avendo con loro canali già aperti per i servizi tradizionali, come credito e pagamenti. In questa posizione, le banche svolgono una importante attività di scoutingvolta a selezionare le imprese con le caratteristiche finanziarie e le prospettive di sviluppo necessarie per un salto importante, come la quotazione o l’emissione di obbligazioni. Possono anche assisterle in queste operazioni, strutturandole e ricercando i potenziali investitori. Le banche possono anche essere investitrici nelle imprese, sebbene il crescente inasprimento dei requisiti patrimoniali per le esposizioni nel capitale di rischio delle imprese, da ultimo avvenuto con la CRR3, rappresenta un disincentivo significativo.
 

Angelo Peppetti, Responsabile Ufficio Credito e Sviluppo dell’Abi

 
Domanda. Facendo il punto in occasione del convegno dello scorso anno, lo scenario prevalente era quello dell’incertezza, economica e geopolitica. Qual è lo “stato di salute” del credito in avvio di questa edizione 2024?
Risposta. Il quadro macroeconomico, pur in lieve miglioramento, continua a presentare fattori di criticità prospettici, legati principalmente all’elevato debito pubblico, ai tassi di interesse di mercato elevati e alla debolezza dell’economia globale. Tale situazione si riflette anche sul mercato domestico del credito. I prestiti al settore privato, dopo una fase di rialzo durata fino ad agosto del 2022, quando crescevano del 4,4%, hanno iniziato dapprima a rallentare e in seguito a contrarsi, segnando a settembre dell’anno scorso un punto di minimo pari ad una riduzione annuale del 3,5%; a partire dalla fine dello scorso anno è peraltro iniziata una fase di ripresa della domanda di credito che ha ridotto il tasso di decrescita annuale al 2,6% a gennaio 2024. La riduzione dello stock di impieghi è stata condivisa tra famiglie e imprese anche se il ciclo ribassista è stato guidato principalmente dai prestiti alle imprese: a gennaio 2024 gli impieghi alle imprese hanno registrato una riduzione del 4%, mentre la riduzione dei prestiti alle famiglie è stata pari all’1,3%.Questo rallentamento è da ascriversi prevalentemente a motivazioni di “domanda”, legate al rallentamento ciclico e soprattutto al rialzo dei tassi, mentre limitato è risultato il ruolo dell’offerta. Vale la pena di notare come nel corso dell’ultimo trimestre del 2023 l’indice di domanda di credito segnali un significativo miglioramento, trainato sia da una riduzione dell’impatto negativo dei tassi di interesse e del flusso degli investimenti e anche da una necessità di ricostruzione delle scorte. Alla luce di queste considerazioni, auspichiamo un’inversione di tendenza nel corso di quest’anno.
D. A Credito e Finanza modererà una sessione all’interno del filone tematico del “Credito alle famiglie”. Quali sono le sfide che le banche dovranno affrontare nel mercato del credito alle famiglie?
R. Nell’attuale contesto macroeconomico, certamente non facile, il mondo bancario dovrà affrontare nei prossimi mesi sfide fondamentali per il futuro del credito alle famiglie.La prima sfida riguarda l’adeguamento del mondo bancario al nuovo framework normativo introdotto dalla Direttiva sul credito ai consumatori (CCD 2). Anche se la data di entrata in vigore della nuova disciplina è ancora lontana (novembre 2026) , le banche hanno già iniziato a valutare e programmare gli investimenti necessari per l’adeguamento dei sistemi IT e dei processi interni e per la formazione del personale. Le nuove norme sul credito ai consumatori, tuttavia, non rappresentano una sfida solo per le strutture di compliance delle banche.  Difatti, ancorché la Direttiva non rappresenti una vera e propria “rivoluzione” rispetto all’attuale regolamentazione del credito ai consumatori, richiede alle banche una riflessione sulla possibile “evoluzione” delle proprie strategie di mercato - alla luce di possibili la luce dei potenziali competitor e dei prodotti innovati offerti sul mercato - e di approccio con il cliente. A questo riguardo, ABI seguirà con attenzione l’iter normativo di recepimento della Direttiva nell’ordinamento nazionale affinchè il legislatore possa garantire il giusto trade off tra l’esigenza di tutela del consumatore e quella di creare le condizioni per l’ulteriore sviluppo del mercato del credito alle famiglie. La seconda sfida riguarda il sostegno agli investimenti per la transizione verde soprattutto nel mercato del real estate, alla luce degli obiettivi di efficienza previsti dall’emananda Direttiva sulla performance energetica degli edifici (EPBD). Il mondo bancario e finanziario è consapevole che dovrà assumere un ruolo rilevante nel sostenere finanziariamente questi investimenti (che per l’Italia, solo per il comparto residenziale riguardano circa 8 milioni di edifici) e che efficienza energetica, valore del patrimonio immobiliare e sviluppo del mercato immobiliare sono elementi chiave per la crescita economica e sociale del Paese. A questo riguardo, ABI ha elaborato 10 proposte per favorire lo sviluppo del mercato dei finanziamenti “verdi” – ossia prestiti per l’acquisto di immobili ad alta efficienza energetica o per la loro riqualificazione – che riguardano in particolare: a) l’introduzione di specifici strumenti di mitigazione del rischio per questa tipologia di finanziamenti; b) l’ampliamento delle possibilità di raccolta da parte delle banche, destinata all’erogazione dei finanziamenti verdi; c) la valutazione del finanziamento come sostenibile dal punto vista ambientale, secondo la Tassonomia europea. Queste proposte – che riguardano misure, complementari tra loro – sono state condivise con le Associazioni dei consumatori e le Associazioni di imprese e auspichiamo possano essere progressivamente implementate in una logica modulare.Da ultimo, ma non ultima in termini di importanza, è la necessità di continuare ad assicurare il sostegno pubblico per favorire l’accesso al credito da parte delle famiglie. In questo contesto è di assoluta rilevanza rafforzare gli attuali strumenti pubblici a sostegno di questo mercato quali il Fondo prima casa per favorire l’acquisto dell’abitazione principale, il Fondo “Gasparrini” a tutela dei mutuatari in difficoltà nel pagamento delle rate e il Fondo per lo studio, volto a supportare finanziariamente gli studenti.  Al riguardo, ABI ha avviato un  confronto con Consap (gestore pubblico di questi fondi) nell’ambito di un tavolo permanente costituito ad hoc, al fine di elaborare proposte congiunte volte a rendere più efficaci ed efficienti questo Fondi.
 
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