Attacchi cyber: difesa più rapida, ma pericoli in crescita
di Emanuele Lancia
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5 Maggio 2021
Il 12esimo Rapporto di FireEye Mandiant mostra il miglioramento delle capacità di rilevamento e risposta alle attività di estorsione e alle intrusioni ransomware ma il numero degli attacchi aumenta. I settori più colpiti sono servizi commerciali e professionali, retail&hospitality, finanza, sanità e high-tech
Secondo l'ultimo Rapporto di Mandiant sulla cybersecurity, si abbassa il tempo di permanenza degli hacker nelle reti compromesse e di conseguenza il cosiddetto “dwell time” in cui i sistemi sono forzatamente fermi. Gli analisti hanno infatti osservato una decrescita costante del dwell time globale che è passato da oltre l’anno, dato del 2011, ai soli 24 giorni del 2020.
Questa sostanziale diminuzione è legata al «continuo sviluppo e al miglioramento delle capacità organizzative di rilevamento e risposta delle organizzazioni per affrontare le molteplici attività di estorsione e le intrusioni ransomware», dice il Rapporto, ma, purtroppo, anche all’aumento del numero degli attacchi ransomware e questo fa emergere come le criticità legate alla cybersecurity siano ancora in cima alle priorità delle aziende.
Dal report emerge che i primi cinque settori più colpiti sono stati servizi commerciali e professionali, retail&hospitality, finanza, sanità e high-tech. Quello che è cambiato, secondo Mandiant, è il perimetro di attacco delle organizzazioni che, con la pandemia e il lavoro da remoto, si è fortemente allargato.
Il Report mette poi in evidenza che la motivazione per almeno il 36% delle intrusioni esaminate è di natura finanziaria, cioè furto di dati e rivendita degli stessi per accessi non autorizzati, ma anche sequestro di reti a scopo di ricatto ed estorsione vera e propria, soprattutto a danno delle organizzazioni, maggiormente propense a pagare grandi somme di denaro per il riscatto.