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19 Aprile 2024 / 21:55
Sostenibilità, occasione per la finanza europea

 
Banca

Sostenibilità, occasione per la finanza europea

di Flavio Padovan - 21 Giugno 2019
Le iniziative Ue per la promozione di uno sviluppo attento ai temi ambientali, sociali e di governance rappresentano una formidabile opportunità di crescita per il settore finanziario europeo e stanno attirando un crescente interesse anche da parte di investitori internazionali. Oltre ad essere il motore di un cambiamento non più rinviabile ormai largamente condiviso da cittadini, politici e aziende. Ne parla Mario Nava (Commissione europea) anticipando alcuni dei temi che affronterà nel suo intervento a Supervision, Risks & Profitability 2019
L'Unione europea rinnova il suo impegno per la transizione verso un'economia sostenibile e per contrastare i cambiamenti climatici globali. E lo fa con la pubblicazione di nuove Linee guida sulla rendicontazione delle informazioni relative agli impatti delle attività aziendali sul clima e approvando tre relazioni del gruppo di esperti tecnici su benchmarks, green bond e tassonomia unica Ue dei settori sostenibili. Si tratta di ulteriori passi dell'articolato Piano d’azione messo in campo per un’economia più verde e più pulita, che ha portato l'Europa ad essere capofila mondiale su questi temi. Un obiettivo che richiede l'impegno di tutti gli stakeholder della società, ma che vede il settore finanziario in prima fila per il determinante contributo che può offrire nel riorientare i capitali privati verso investimenti più sostenibili e per favorire una crescita economica con una visione di lungo periodo.
Ne abbiamo parlato con Mario Nava, Direttore DG Financial Stability, Financial Services and Capital Markets Union della Commissione Europea, che su questi temi terrà il suo speech nella sessione d'apertura di Supervision, Risks & Profitability, in programma a Roma il 25 e 26 giugno.

Perché quest'anno ha scelto di dedicare alla Finanza sostenibile il suo intervento all'evento promosso dall'ABI?

“Non sono stato io a scegliere questo tema, ma i cittadini stessi e l'Europa. Sulla sostenibilità l'Ue è impegnata da anni, ma con l'adesione all'Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici c'è stato un salto di qualità nelle sue politiche e strategie e si è posta come vero leader in questa materia. Anche perché abbiamo avuto una straordinaria convergenza di intenti tra cittadini, politici, mondo del business, finanza, tutti desiderosi di fare qualcosa per il benessere dei nostri figli e delle future generazioni, cioè per uno sviluppo inteso nel senso più nobile del termine”.

Concretamente, l'Europa che cosa sta facendo per favorire la transizione verso una finanza e un'economia sostenibile?

“La Commissione europea ha adottato nel 2018 un ambizioso piano d’azione sulla finanza sostenibile creando le premesse per sfruttare a pieno il potenziale del sistema finanziario e di porlo al servizio delle esigenze specifiche dell’economia europea. Le misure individuate mirano a rendere la finanza più sensibile nei confronti della sostenibilità attraverso iniziative volte a gestire i rischi finanziari derivati dai fattori ambientali e sociali, nonché a promuovere la trasparenza e la visione di lungo termine nelle attività economico-finanziarie. In particolare, siamo intervenuti con tre regolamenti che riguardano tutte le fasi dell'investimento finanziario. A partire da quella ex ante, della decisione, attraverso il regolamento sulla “Disclosure and financing advice”, che mette investitori e cittadini in condizione di compiere scelte più informate, conoscendo l'impatto in termini di rischi e opportunità ambientali, sociali o di governance delle aziende e delle attività che vanno a finanziare, in modo che il loro denaro sia utilizzato in maniera più responsabile e a beneficio della sostenibilità. Il secondo regolamento, quello sui benchmarks, consente di verificare ex post l'investimento realizzato. Abbiamo infatti introdotto due nuove categorie di indici di riferimento di basse emissioni di carbonio: il primo per la transizione climatica e il secondo per misurare l'allineamento dei portafogli di investimento all'obiettivo dell'Accordo di Parigi di ridurre l'aumento della temperatura globale a 1,5º al di sopra dei livelli preindustriali. Si tratta, di fatto, di un sistema di misurazione dei progressi della transizione da una “intensive carbon economy” a una “low carbon economy”. Infine il terzo regolamento, quello sulla tassonomia delle attività, per il quale si è reso necessario un processo di negoziazione con il Parlamento e gli Stati membri piuttosto lungo, ma che proprio pochi giorni fa ha segnato un importante passo in avanti. Il 18 giugno, infatti, sono state pubblicate le nuove Linee guida sulla comunicazione relative all'impatto sul clima delle attività aziendali ed è stato annunciato il parere favorevole della Commissione a tre relazioni del gruppo di esperti tecnici, il cosiddetto TEG, tra cui a quella che individua le attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale. Classificazione unificata Ue che attende però ancora l'accordo dei co-legislatori”.

Perché è importante disporre di una tassonomia unica?

“Perché è necessario fornire a politici, industrie, banche e investitori indicazioni, pratiche e uniformi in tutti i Paesi dell'Unione, per individuare le attività economiche che contribuiscono a realizzare un'economia a impatto zero. E quindi per indirizzare interventi e strategie. Senza coercizioni, ma offrendo informazioni trasparenti a decisori e investitori”.

Come sta rispondendo alle istanze della sostenibilità il settore bancario italiano?

“Vedo molto interesse, con un'ampia offerta di prodotti sostenibili. Offerta che potrebbe essere ancora maggiore considerato l'elevato interesse sia degli investitori di lungo periodo come le assicurazioni e i fondi pensione, sia dei risparmiatori”.

La finanza sostenibile sta diventando “mainstream” anche per gli investitori retail?

“Lo è già oggi. E alle banche conviene puntare sempre di più su questo tema, oltre per l'importanza in sé del cambiamento che aiuta a realizzare, anche perché la domanda per questo tipo di prodotti sta crescendo in modo significativo in tutta Europa. Non solo: la sostenibilità sta diventando un fiore all'occhiello della finanza dell'Ue e sta attirando investimenti anche da parte di risparmiatori e operatori internazionali che riconoscono la fondamentale rilevanza degli obiettivi ESG e degli Accordi di Parigi”.
I temi del rischio e del capitale delle banche saranno affrontati a Supervision, Risks & Profitability. Oltre Basilea, il grande evento del 25 e 26 giugno di Roma, promosso dall'ABI e organizzato da ABIServizi. Vai al sito dell'evento
Due intere giornate per mettere a sistema le esigenze dei professionisti che affrontano la sfida di gestire regole più pervasive e rischi di complessità crescente, traducendoli in opportunità di crescita su mercati ormai interconnessi e digitalizzati.
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