Pettinelli (OCS-Finwave): La tecnologia è il motore della transizione
di Mattia Schieppati
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24 Ottobre 2024
L’acquisizione di OCS e Finwave da parte dei fondi Apax ha dato vita a uno dei principali player europei nel mercato del software finanziario. Così il neo Group Ceo, Andrea Pettinelli, racconta le strategie di sviluppo e i trend che stanno cambiando lo scenario del mercato.
Un percorso con un ritmo incalzante, e un disegno chiaro (e ambizioso) all’orizzonte: rafforzare il posizionamento di piattaforma leader a livello europeo nel software per le istituzioni finanziarie. Il gruppo formato da OCS e di Finwave è oggi una voce di riferimento non solo rispetto ai prodotti e alle soluzioni che porta sul mercato, ma anche come interlocutore competente per riflettere sugli scenari di sviluppo che la tecnologia può portare alle aziende finanziarie. È lungo questo filo conduttore che si sviluppa la chiacchierata con Andrea Pettinelli, dal giugno 2024 Group CEO di OCS e Finwave.
Pettinelli, dalla costituzione del Gruppo è trascorso poco meno di un anno, e la sua nomina a Ceo è dello scorso giugno: sono stati insomma mesi di profondi cambiamenti e di progressiva armonizzazione. Quali sono gli elementi virtuosi delle diverse anime del vostro gruppo che, messe a fattore comune, costituiscono gli elementi distintivi in un panorama di mercato che è sempre più ampio, e anche sempre più competitivo?
A fine 2023 si è conclusa l’acquisizione di OCS e Finwave da parte dei fondi Apax: questa operazione ha dato vita a uno dei principali player europei nel mercato del software finanziario, che attualmente genera un fatturato di circa 100 milioni euro, conta quasi 1.000 dipendenti e opera in Italia, Spagna, Olanda, Romania e Messico. La mia nomina risale invece a giugno di quest’anno: in questi mesi, abbiamo lavorato per coniugare le diverse anime del gruppo e porre le basi per il suo futuro di successo. La prima è OCS, che da quarant’anni è il partner digitale di riferimento nel settore del credito al consumo: supporta banche e istituti finanziari, guidandoli attraverso la rivoluzione LendTech e ridisegnando i modelli del consumer finance, grazie a una profonda esperienza nel settore e a funzionalità software avanzate. Finwave è invece leader nell’ambito dei software finanziari specializzati per il factoring, leasing, UTP/NPL, post trading e global custody. Unendo le forze e le caratteristiche distintive di queste due realtà, nate e consolidate in Italia, ci presentiamo al mercato europeo più grandi e più forti - anche grazie a un solido azionista come Apax alle spalle. La creazione di un polo specializzato di maggiore scala consente infatti al gruppo di offrire un servizio completo a clienti italiani e internazionali, massimizzando di conseguenza il già significativo potenziale di crescita.
Unendo le specificità di OCS e di Finwave, siete ormai attivi su tanti e diversi “verticali” di mercato: quali sono quelli che presentano le più interessanti opportunità di crescita, e come intendete mettere a valore queste opportunità?
La premessa è che, in tutti i settori in cui operiamo come Gruppo, vediamo importanti margini di crescita. In combinazione, OCS e Finwave, offrono infatti una varietà completa di soluzioni e software, con applicazioni in diverse verticalità e ottime prospettive per il futuro, che vede la tecnologia sempre più al centro dei processi finanziari: dal consumer e corporate finance ai capital markets. In particolare, stiamo assistendo ad una crescita alimentata dal cambio del modello di delivery, con un deciso spostamento verso il software as a service (SaaS) puro. È un driver che aiuta anche nell’affermarsi in altri mercati europei e che abilita un modello di crescita scalabile. Oltre che sulle business unit verticali, il nostro focus è infatti al momento sulle opportunità di espansione su scala europea. In generale, puntiamo a investimenti significativi a livello internazionale, con un piano crescita che sarà organica e inorganica. Partendo da una base già affermata, miriamo a espandere la nostra presenza in altri Paesi e a confermarci, ulteriormente, protagonisti e leader del settore.
Al di là dei mercati specifici, rappresentate ormai una realtà di riferimento nell’ambito delle soluzioni digitali per il mondo finanziario. Quali sono, dal vostro punto di vista, le tecnologie che faranno la differenza nell’ambito della trasformazione digitale delle banche e delle istituzioni finanziarie? Saranno più importanti le tecnologie destinate al miglioramento dei processi interni, o quelle che faciliteranno la relazione con i clienti?
All’interno della trasformazione digitale di banche e istituzioni finanziarie, le tecnologie destinate al miglioramento dei processi interni vanno di pari passo con quelle che facilitano la relazione con i clienti, in ottica di maggiore personalizzazione e disintermediazione, attraverso un progressivo abbandono dei canali fisici. L’efficientamento dell’organizzazione e l’incremento della soddisfazione degli utenti sono infatti due delle priorità a cui i player del settore stanno cercando di rispondere grazie all’innovazione tecnologica. Inoltre, stiamo assistendo all’affermarsi, con crescente forza e rilevanza, delle tematiche di risk, compliance e cyber security, che attrarranno una percentuale sempre più alta degli investimenti informatici pianificati dagli operatori finanziari – questo avverrà nella duplice logica di conformarsi alle normative in continua evoluzione e di offrire la massima tutela ai clienti in materia di protezione dei dati. In termini di strumenti, il cloud sarà certamente un fattore trainante nel futuro immediato, poiché consente agli istituti finanziari di modernizzare le proprie infrastrutture tecnologiche, migliorare l’agilità operativa e rispondere alle crescenti esigenze di sicurezza e conformità. Questo passaggio permetterà di ridurre i costi, scalare rapidamente le operation e ottimizzare le risorse disponibili. In parallelo, l’intelligenza artificiale sta aprendo nuovi e trasformativi scenari anche nel settore bancario: secondo una stima di Juniper Research, nel 2024 le banche di tutto il mondo stanno infatti spendendo fino a 6 miliardi di dollari per acquistare programmi e servizi di AI Generativa. Tra i processi che verranno rivoluzionati dall’utilizzo di questo strumento possiamo ad esempio citare il credit scoring, che potrà beneficiare della possibilità di valutare il rischio con maggiore accuratezza e in tempo reale. Inoltre, i tempi sono ormai maturi per ottimizzarne l’applicazione anche nei processi decisionali legati alla gestione dei portafogli, all’erogazione dei prestiti e allo sviluppo di strategie di investimento.
Se doveste scegliere una parola, una sola, da indicare come parola-simbolo del Salone dei Pagamenti 2024, quale indichereste, e perché?
Nella nostra visione, la parola simbolo di questa edizione del Salone è “Transizione”. Stiamo infatti assistendo ad uno scenario di profonda evoluzione, in cui le abitudini dei consumatori stessi stanno cambiando, per dare spazio a esperienze più fluide, immediate, in linea con le dinamiche odierne. Si tratta di una transizione supportata e abilitata innanzitutto dalla tecnologia in cui, come già accennato, la protagonista è l’intelligenza artificiale. È grazie all’AI, infatti, che il credito al consumo sta entrando in una nuova era, dando agli utenti la possibilità di accedere al credito in modo più immediato e flessibile, riducendo le complessità legate ai metodi tradizionali. Anche il livello di personalizzazione è aumentato grazie all’intelligenza artificiale, che consente una valutazione del merito creditizio più puntuale, per offrire proposte su misura sulla base dei singoli profili finanziari, così da rendere il processo non solo più rapido, ma anche più inclusivo. L’evento di quest’anno vedrà al centro della discussione, tra gli altri temi, anche soluzioni di finanza integrata quali BNPL, e-commerce financing e BaaS (Banking-as-a-Service): sono solo alcuni degli strumenti per cui si prospetta una rapida crescita e che, in quanto veri e propri micro-finanziamenti a breve termine, stanno avvicinando sempre più il mondo dei pagamenti a quello del credito. Del resto, secondo una stima di di McKinsey&Company, entro il 2030, il mercato della finanza integrata potrebbe superare i 100 miliardi di euro e rappresentare il 10-15% del bacino di ricavi del settore bancario.