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21 Novembre 2024 / 10:05
La tutela dell’Ambiente entra in Costituzione

 
ESG

La tutela dell’Ambiente entra in Costituzione

- 9 Febbraio 2022
Approvate due modifiche, all’Articolo 9 e all’Articolo 14, che sanciscono il rispetto per ambiente, biodiversità ed ecosistemi tra i principi fondamentali della Repubblica, “nell’interesse delle future generazioni”. Un segnale importante dell’Italia alla platea globale nella fase più delicata della Transizione ecologica
Articolo 9: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali». Articolo 41: « L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali».
Sono solo poche parole (qui sopra abbiamo riportato in neretto le integrazioni), ma che rappresentano un passo importante per l’Italia – rispetto allo scenario globale – nella presa di coscienza anche “formale” della tutela e preservazione dell’ambiente come diritto. Addirittura diritto sancito dalla Costituzione. La Camera dei Deputati ha infatti definitivamente approvato la proposta di legge costituzionale che modifica due articoli della Carta, il 9 ed il 41. Già approvata dal Senato lo scorso 3 novembre, la modifica entra dunque subito in vigore e non è sottoponibile a referendum.
«È una giornata storica per il Paese che sceglie la via della sostenibilità e della resilienza nell'interesse delle future generazioni», ha subito rilanciato l’account twitter della Presidenza del Consiglio, a sottolineare quanto il passaggio parlamentare fosse positivamente atteso dal Governo impegnato nello sblocco dei progetti legati al Pnrr, rispetto ai quali la spinta europea alla transizione green è senza dubbio una leva fondamentale.«Stimano facendo uno sforzo enorme sul PNRR», ha infatti subito dichiarato il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, che ha parlato di una «giornata epocale» dicendosi «contento come cittadino» e affermando che come Ministro «ho sostenuto con grande convinzione questa conquista, ma devo dare atto che è il frutto di un lavoro che viene da lontano e ringrazio il Parlamento. La transizione ecologica è un po' questo, riuscire a fare una grande trasformazione che deceleri il riscaldamento, che freni certi eventi avversi a livello meteorologico, mantenendo la sostenibilità sociale». Entrando nel merito delle modifiche, Cingolani ha osservato: «L'articolo 9 afferma il valore primario di tutelare la casa in cui viviamo, sancisce il diritto a un ambiente salubre. Molti Paesi del mondo hanno già fatto questa operazione e si tratta di un passaggio assolutamente necessario per un Paese come l'Italia che comunque sta guidando la trasformazione verso la sostenibilità. Ora aggiungiamo ambiente, biodiversità, ecosistema per le future generazioni, e la tutela degli animali. Mentre l'articolo 41 ci dice che l'iniziativa privata economica resta libera, ma è scritto nero su bianco sulla Costituzione che non deve danneggiare e non deve essere a detrimento della salute e dell'ambiente».
Una grande soddisfazione espressa anche dal ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili (Mims), Enrico Giovannini, che come presidente dell’Asvis è stato negli anni passati tra i primi e più impegnati promotori dell’inserimento della norma nella Carta Costituzionale. «Grande soddisfazione per l’ok del Parlamento alla modifica della Costituzione con inserimento della tutela dell’ambiente e del principio di giustizia intergenerazionale. Il Mims sta già andando nella direzione dello sviluppo sostenibile, come il cambio del nome del Ministero dimostra. Lavoriamo per rendere infrastrutture e mobilità più sostenibili e resilienti per questa e per le future generazioni».
Tantissimi i commenti e gli interventi da esponenti della società civile e del mondo del non profit da sempre attivi sul fronte della tutela dell’ambiente. Tra i primi, la delegazione italiana del WWF, che con la presidente, Donatella Bianchi, osserva come «il voto di oggi rappresenta un fatto storico. Finalmente la tutela dell'ambiente diventa un principio fondamentale della Repubblica a cui la legislazione futura si dovrà ispirare e a cui la legislazione passata si dovrà adeguare. Questa modifica costituzionale è un primo importantissimo passo che armonizza il nostro sistema con i principi formulati a livello europeo e internazionale e fatti propri dalla giurisprudenza costituzionale, di legittimità e di merito. Per dare concretezza a questi passaggi è ora necessario definire un sistema normativo organico e innovativo a tutela della natura d'Italia. Il nuovo assetto costituzionale rafforza significativamente il principio della sostenibilità, fin qui trattato solo in termini di dottrina e giurisprudenza, e crea il presupposto per aumentare il livello di salvaguardia del capitale naturale che costituisce la base insostituibile di tutte le nostre attività anche economiche». 
Un’attenzione forte al tema era stata espressa lo scorso 5 febbraio dal Presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, che nel suo intervento presso l’Accademia degli Incamminati in occasione della consegna del "Vincastro d’Argento" (qui l’intervento completo) aveva osservato come «le prospettive dello sviluppo economico debbono rispettare anche prospetticamente l’integrità ed i ritmi della natura e della salute delle persone, anche perché le risorse naturali non sono illimitate e diverse di esse non sono rinnovabili. Il mondo bancario farà crescentemente la propria parte, con sempre maggiore lungimiranza, a tutela della “sostenibilità”, anche se, certamente, non potrà e non dovrà fare tutto. Abbattere l’indigenza, la povertà anche nelle economie più avanzate, è interesse di tutti. La via maestra è la ripresa dello sviluppo sostenibile e lungimirante con più qualificazione professionale, più occupazione e più garanzie sociali. Costituzionalismo, libertà, democrazia, economia di mercato, giustizia sociale e ricerca scientifica debbono esprimere un progresso più lungimirante, equo e diffuso».
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